Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha concesso la grazia all’ex capo della sua strategia Steve Bannon. Il perdono presidenziale fa parte di una raffica di azioni di clemenza nelle ultime ore del suo mandato alla Casa Bianca. Oggi è infatti previsto il giuramento di Joe Biden. Trump ha graziato 73 persone e ha commutato le condanne di altre 70, tra cui artisti rap, ex membri del Congresso e altri alleati. Tutti tranne Julian Assange ed Edward Snowden, nemici giurati dell’amministrazione americana (non solo quella di Trump).

L’elenco dei graziati dal presidente Trump include imputati di alto profilo. Tra questi, il rapper Lil Wayne e Kodak Black, entrambi condannati in Florida per accuse di armi. Wayne, il cui vero nome è Dwayne Michael Carter, ha spesso espresso sostegno a Trump. Altri nomi sulla lista sono quello del co-fondatore della Death Row Records, Michael Harris, e del mercante d’arte e collezionista di New York Hillel Nahmad.

Tra i beneficiari della grazia di Trump anche l’ex rappresentante degli Stati Uniti Rick Renzi, un repubblicano dell’Arizona che ha scontato tre anni per corruzione, riciclaggio e altre accuse e l’ex deputato Duke Cunningham della California, che è stato condannato per aver accettato 2,4 milioni di dollari in tangenti. Cunningham, che è stato rilasciato nel 2013, ha ricevuto una grazia condizionale.

Trump ha anche commutato la pena detentiva dell’ex sindaco di Detroit Kwame Kilpatrick, che ha scontato circa sette anni per racket e corruzione. Il repubblicano ha già perdonato una sfilza di soci e sostenitori di lunga data, incluso il suo ex presidente della campagna elettorale, Paul Manafort; Charles Kushner, il padre di suo genero; il suo amico e consigliere di lunga data Roger Stone; e il suo ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn.

CHI E’ BANNON – Per quanto riguarda Bannon, è stato accusato di aver ingannato migliaia di donatori che credevano che i loro soldi sarebbero stati utilizzati per la costruzione del muro lungo il confine meridionale degli Usa, una delle principali promesse fatte da Trump durante la campagna elettorale. Invece ha dirottato oltre un milione di dollari, pagando lo stipendio a un funzionario della campagna e rimborsando le proprie spese personali. Voce del conservatorismo nazionalista e outsider, Bannon – che ha prestato servizio nella Marina e ha lavorato a Goldman Sachs e come produttore di Hollywood prima di dedicarsi alla politica – ha guidato il conservatore Breitbart News prima di essere scelto per guidare la campagna elettorale del 2016 di Trump.

In seguito è stato capo stratega del presidente durante i primi turbolenti giorni dell’amministrazione Trump, in prima linea in molte delle sue politiche più controverse, compreso il divieto di viaggio in diversi Paesi a maggioranza musulmana. Ma Bannon, che si è scontrato con altri importanti consiglieri, è stato espulso dopo meno di un anno. E la sua rottura con Trump si è acuita dopo che è stato citato in un libro del 2018 nel quale fa osservazioni critiche su alcuni dei figli di Trump.

Redazione

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