La strategia economica volta a rinegoziare il mondo
Trump si siede al tavolo del poker globale: chi ha più fiches detta la nuova economia

Molti sostengono che i dazi non avranno l’effetto che la nuova amministrazione Trump sta cercando di ottenere. In particolare si sostiene che non riusciranno ad aumentare la produzione nazionale, perché aumenteranno i costi di importazione degli input produttivi. Il presupposto è che la filiera produttiva statunitense sia troppo dipendente dalle importazioni. I dazi aumenteranno i costi per i consumatori interni, traducendosi in aumenti inflazionistici. I partner commerciali esteri manipoleranno i loro tassi di cambio o risponderanno con nuove tariffe, rivalendosi a vicenda, vanificando così lo scopo dell’iniziale escalation di The Donald.
Tutti questi argomenti si basano su una concezione fallace del sistema monetario globale. L’errore principale è che la maggior parte degli esperti analizza le economie separatamente da quella globale. E non ne comprende l’obiettivo generale. Consideriamo un’analogia: se hai la quantità di chips più grande al tavolo da poker, puoi intenzionalmente investire gli altri giocatori con puntate grandi e aggressive che li costringono a dissanguarsi per ante. Le puntate potrebbero essere scadenti, ma non è questo l’obiettivo. L’obiettivo è essere l’ultimo giocatore con le chips.
Sul mercato finanziario questa cosa è all’ordine del giorno. Ci sono dei fondi speculativi specializzati nello stop hunting, ossia nel creare volatilità artificiale per costringere i piccoli trader a chiudere le posizioni per non incorrere in pesanti margin call. Un altro esempio riguarda le materie prime. Se minacciati, i maggiori produttori distruggeranno i propri profitti inondando il mercato. Il che fa crollare i prezzi e costringe i piccoli operatori a chiudere i battenti. Il gioco riguarda la sopravvivenza. Riesci a mantenere il trade? Riesci a gestire la volatilità dei prezzi?
Bene, tutti questi esempi sono infinitesimali rispetto all’equivalente geopolitico. Quando le grandi potenze cominciano a giocare a questo gioco, l’obiettivo è quello di prosciugare le economie delle regioni periferiche, anche se nel breve termine la loro economia interna ne subisce i danni. Gli Stati Uniti sono il principale attore in questo gioco, perché il mondo intero dipende dalla liquidità del dollaro statunitense. C’è chi sostiene che il mondo smetterà di acquistare obbligazioni Usa, e un esempio di ciò sono i rendimenti in aumento e il calo delle partecipazioni obbligazionarie globali. Questa è una totale incomprensione di ciò che sta accadendo.
Matematicamente, la domanda di dollari non può mai scendere più velocemente dell’offerta di dollari. Man mano che la liquidità in dollari cala, gli obblighi in dollari aumentano mentre i costi per acquisire quei dollari aumentano. Non c’è abbastanza denaro disponibile per soddisfare tutti i futuri obblighi di debito. Molte economie in tutto il mondo, in particolare i Brics, hanno bisogno di afflussi di dollari. Se il tasso di tali afflussi scende rispetto ai loro obblighi in dollari, hanno problemi. Le economie periferiche esplodono per prime perché sono i giocatori più piccoli al tavolo da poker.
Nessuno dei giocatori può alzarsi dal tavolo e giocare a un gioco diverso. Fanno finta di farlo, si sforzano di farlo, ma alla fine nessuno può andarsene. Nel mondo reale, i pianificatori centrali devono proteggere l’integrità del loro mercato obbligazionario sovrano per finanziare il loro governo, e svaluteranno la loro valuta se devono farlo. Esempi recenti sono Sri Lanka, Turchia, Libano ed Egitto. Nonostante un PIL in crescita, la valuta indiana continua a raggiungere nuovi minimi storici. Il Brasile è caduto sotto questa stessa pressione nei 12 mesi precedenti.
In che modo i dazi influenzano queste circostanze? È come alzare la posta al tavolo da poker e costringere gli altri giocatori a dissanguarsi. Si tratta di una strategia economica volta a rinegoziare il mondo e a risolvere gli squilibri, soprattutto in Cina. Funzionerà? Chissà. Ma l’Occidente si è addormentato al volante dalla caduta del Muro di Berlino, lasciando che i grandi gestori finanziari facessero i propri comodi a discapito della capacità industriale e del potere di acquisto della classe media. Queste politiche – se implementate come dichiarato – apriranno a un riequilibrio, e costringeranno il resto del mondo a fare cose a cui nessuno dei loro leader ha dovuto pensare o a cui è stato preparato da generazioni.
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