Verso l'elezione del 267esimo successore di Pietro
Tutte le tappe del Conclave, dalla Santa Messa al rito “Extra Omnes”: il ruolo di Parolin e del camerlengo Farrell
I cardinali elettori si incammineranno in abito corale verso la Cappella Sistina, intonando il “Veni Creator”

Tutto è pronto, o quasi, per dare il via al Conclave chiamato ad eleggere il 267esimo successore di Pietro. La macchina è già in moto, e le congregazioni dei cardinali si sono trovate a limare le ultime incertezze dovute soprattutto al numero in eccesso di porporati elettori, situazione che si è creata per le nomine di Francesco in eccesso rispetto a quanto previsto dalla Costituzione “Universi Dominici Gregis”. Promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996, norma la “sede vacante” e dunque regola tutte le fasi successive alla scomparsa del Sommo Pontefice o alla sua rinuncia al soglio di Pietro. Benedetto XVI ha poi apportato delle modifiche alla Costituzione Apostolica con il motu proprio “Normas Nonnullas” del 22 febbraio 2013, cambiando alcune norme di carattere cerimoniale.
Il governo della Chiesa
Alla morte di Papa Francesco sono decaduti tutti gli incarichi, seguendo il vecchio principio del “simul stabunt vel simul cadent”, che lega in maniera indissolubile al Pontefice l’ossatura della Curia romana. Permane invece in carica il Camerlengo, attualmente il cardinale Kevin Joseph Farrell (colui che ha annunciato al mondo la “salita alla casa del padre” di Papa Francesco), il Penitenziere Maggiore cardinale Angelo De Donatis, il cardinale Arciprete della Basilica Vaticana e Vicario per la Città del Vaticano Mauro Gambetti, oltre ai segretari dei dicasteri per le funzioni ordinarie e l’elemosiniere di Sua Santità Konrad Krajewski. Le congregazioni hanno poi sorteggiato tre tra i 180 porporati che sosteranno il Camerlengo Farrell nella gestione degli affari ordinari: i cardinali Marx, Tagle e Mamberti.
Chi presiederà il Conclave?
Tradizionalmente a presiedere il Conclave è il decano del Collegio cardinalizio, che ad oggi è il cardinale Giovanni Battista Re. Nel 2005 era decano proprio il cardinale Joseph Ratzinger, che poi venne eletto Papa, e in quella veste pronunciò la celebre omelia del 18 aprile 2005, considerata da tutti il manifesto del suo futuro pontificato. Nel 2013 fu invece il cardinale Angelo Sodano come decano a presiedere il Conclave, proprio dopo la rinuncia di Benedetto XVI. Questa volta però tanto il Cardinale Re quanto il vicedecano (il cardinale Leonardo Sarri) hanno superato il limite di 80 anni fissato da Paolo VI per la partecipazione al Conclave. Le operazioni saranno presiedute dal cardinale Pietro Parolin. Il cardinale Re presiederà la messa “Pro eligendo Romano Pontifice”.
Extra Omnes
Il Conclave – dal latino “cum clave” – inizierà il 7 maggio, dopo la messa “Pro eligendo Romano Pontifice” fissata alle ore 10 nella Basilica di San Pietro, cui seguirà la processione dei cardinali elettori in abito corale verso la Cappella Sistina. Intoneranno il “Veni Creator” – con cui invocheranno l’intervento dello Spirito Santo – accompagnati dalla “Litaniae Sanctorum”, dove uno alla volta presteranno giuramento sul Vangelo. Solo dopo che l’ultimo cardinale avrà prestato giuramento, il Maestro delle Celebrazioni liturgiche, Mons. Diego Giovanni Ravelli, intimerà “Extra Omnes”, invitando tutti gli “estranei” al Conclave a lasciare la Cappella Sistina. Si procederà così alla chiusura delle porte e all’isolamento dei cardinali elettori dal mondo fino all’elezione del Sommo Pontefice.
Il Maestro delle Celebrazioni resterà all’interno della Cappella insieme al cardinale Raniero Cantalamessa, scelto per tenere la seconda meditazione ai cardinali elettori. Cantalamessa ha 90 anni e pertanto non è elettore. Tutti, da quel momento, dovranno agire – stabilisce la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis – per il solo “bene della Chiesa Universale” e con “retto intendimento”, rammentando che “solum Deum prae oculis habentes”.
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