Donald Trump nel film del 1992 Mamma, ho ripreso l’aereo: mi sono smarrito a New York interpreta il proprietario del Plaza Hotel. E quindi sé stesso. Il Plaza Hotel fu di sua proprietà dal 1988 al 1995. L’ultima assurdità di questi giorni è che, mentre viene approvato il secondo impeachment ai suoi danni, si discute di cancellare l’apparizione del Presidente americano in carica da quel film. È quello che succede ai tempi di Via col vento rimosso e rivisto, dei film di Johnny Depp scomparsi dalle piattaforme per questioni legate al suo matrimonio burrascoso con Amber Heard, delle statue di Cristoforo Colombo abbattute. E soprattutto nei giorni successivi l’assalto e l’irruzione a Capitol Hill.

Senza contare le sospensioni dei profili di Trump dai social network. Un ban e ci si toglie il pensiero insomma. È come se stessero chiedendo tutti un diritto all’oblio per nessun reato commesso, qualsiasi vicinanza al Trump ormai è ripugnante – la PGA, l’equivalente dell’NBA del golf, ha annunciato che smetterà di utilizzati i campi di proprietà del tycoon per il suo torneo, per esempio. Nel caso di Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York la proposta di lanciare una petizione “per rimpiazzare digitalmente Trump” con “Macaulay Culkin quarantenne” è stata raccolta dallo stesso Culkin, che altri non è che il biondissimo protagonista bambino di quel film,  con quale anno in più naturalmente.

 

“Sold”, ha risposto alla proposta l’attore. Ci sta. Se davvero si dovesse dare ascolto a tale farneticante idea, della quale davvero non si capisce la ragione, la lista dei film da rivedere e da epurare sarebbe lunghissima. È noto e stranoto il florido rapporto di Trump con la televisione e con Hollywood, ma comunque, per brevità si favorisce un listino: Willy, il principe di Bel Air (1994), Piccole canaglie (1994), La Tata (1996), Eddie (1996), Funny Money, come fare i soldi senza lavorare (1996), Suddenly Susan (1997), The Drew Carey Show (1997), Night Man (1999), Spin City (1998), Celebrity (1998), Sex and the City (1999), Zoolander (2001), The Job (2001), Twoo Weeks Notice – Due settimane per innamorarsi (2002) – la maggior parte interpretati nei panni di sé stesso.

Senza contare poi tutte le puntate del reality show The Apprentice e dei Simpson e dei Griffin o degli show di Wrestling e tutti i documentari o serie tv anche soltanto vagamente a Trump ispirati. Una filmografia impossibile da snocciolare che diventerà ancora più impossibile proprio in virtù della sua esperienza da 45esimo Presidente degli Usa. Non si capisce per quale motivo, non si capisce davvero per quale ragione dovrebbe sparire quindi da Mamma, ho riperso l’aereo. Pur riconoscendo le responsabilità del Presidente nell’agitazione di un clima via via più teso, anche in un comizio nei pressi di Capitol Hill poche ore prima dell’assalto dello scorso 6 giugno, di aver lacerato per certi versi l’America, di aver sollecitato milizie e movimenti complottisti ed estremisti.

Per completare l’opera: il regista del film Chris Columbus ha rivelato in un’intervista che Trump avrebbe forzato la sua apparizione minacciando di far saltare le riprese nel Plaza. Lo ha raccontato con tempismo perfetto tra l’altro, a dicembre 2020. Di questo passo qualcuno troverà il coraggio di proporre la cancellazione anche dai libri di storia.

Antonio Lamorte

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