Non tutto è perduto, ma il tempo sta scadendo. Questi i termini in cui il rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite (ONU), il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, mette l’emergenza climatica. E lo fa nel sesto dossier del Panel, quello più dettagliato mai elaborato sul tema. Le conclusioni sono state presentate ieri in conferenza stampa. E hanno segnalato come i cambiamenti climatici sono “inequivocabilmente” causati dagli esseri umani e che peggioreranno sempre di più se non ci sarà un rapido taglio delle emissioni inquinanti.

L’ICPP è stato creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program e WMO (World Meteorological Organisation) nel 1988 con il compito di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico, ai suoi impatti, ai rischi connessi e alle opzioni per la mitigazione e l’adattamento. I rapporti sono divisi in tre parti: una che valuta le nuove conoscenza scientifiche, un’altra che valuta gli impatti del cambiamento e le azioni da intraprendere, una terza che valuta azioni di mitigazione. I rapporti sono mediamente lunghi tra le duemila e le tremila pagine.

Quello presentato il 9 agosto è il rapporto del Working Group I, tre gli scienziati appartenenti a un’istituzione italiana, tutti ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Gli altri due sono in fase di elaborazione e saranno presentati nei primi mesi del 2022. Secondo lo stesso rapporto, quindi, non tutto è perduto ma molto dipende dalle scelte politiche che i governi prenderanno nell’immediato e nei prossimi anni sul clima. Gli interventi però dovranno essere piuttosto radicali.

I numeri del Rapporto IPCC:

  • 14mila: gli articoli scientifici sui quali è stato elaborato il rapporto
  • oltre 200: gli scienziati che hanno partecipato alla stesura. 234 quelli del Working Group I
  • 3: gli anni in media impiegati per la stesura del rapporto
  • 2013: l’ultima volta che l’IPCC aveva sintetizzato tutta la letteratura sul tema
  • 1,5°C: la soglia di riferimento per evitare danni catastrofici. Il rapporto specifica che non è ancora troppo tardi per impedire che nei prossimi decenni le temperature aumentino oltre questo livello rispetto al periodo pre-industriale ma bisogna agire in fretta
  • 1,09°C: la media globale della temperatura del pianeta nel decennio 2011-2020, superiore rispetto al periodo 1850-1900
  • 1,1°C: l’aumento delle temperature globali causato dalle attività umane, rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale, tra il 2011 e il 2020
  • 90%: la percentuale delle Regioni del mondo dove, rispetto agli anni Cinquanta, si sono verificate ondate di caldo più intense e frequenti. La tendenza è strettamente correlata allo scoppio di incendi di enormi dimensioni
  • 5: gli ultimi cinque anni, per il rapporto i più caldi mai registrati dal 1850
  • 2°C: se le temperature dovessero continuare ad alzarsi incendi e periodi di siccità saranno sempre più frequenti così come aumenteranno la frequenza di piogge torrenziali e alluvioni, anche in Europa, come successo lo scorso luglio tra Germania e Belgio
  • 410: parti per milione (ppm) per CO2 delle emissioni antropiche dei principali gas serra nel 2019
  • 1866: parti per miliardo (ppb) di metano per Co2 nel 2019
  • 50: gli ultimi anni, quelli durante i quali la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità senza uguali rispetto agli ultimi 2000 anni e durante i quali l’Artico si è riscaldato al doppio della velocità rispetto alla media globale
  • 1000: l’estensione dei ghiacci dell’Artico durante l’estate è stata la più bassa degli ultimi 1000 anni
  • 20 centimetri: il livello medio dell’innalzamento dei mari tra il 1901 e il 2020, una velocità mai osservata negli ultimi tremila anni
  • 3.7: la crescita per millimetri all’anno del livello del mare fra il 2006 e il 2018
  • 2 metri: il livello fino al quale potrebbe spingersi entro la fine del secolo l’innalzamento dei mari
  • 26.000: l’acidificazione delle acque dei mari sta procedendo a ritmi mai visti negli ultimi 26mila anni
  • 800.000: la concentrazione dei principali gas serra è la più elevata degli ultimi 800mila anni
  • 2050: se entro il 2050 saranno azzerate le emissioni nette il surriscaldamento potrebbe essere contenuto entro i 2°C
  • 7%: la percentuale delle emissioni da ridurre drasticamente all’anno per contenere il surriscaldamento

 

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.