Su 43 magistrati soltanto otto sarebbero i virtuosi. Una percentuale bassissima stando al report stilato dalla Camera di penale di Napoli per individuare le disfunzioni a Palazzo di giustizia e avanzare proposte alla presidente Elisabetta Garzo. Dalla ricerca fatta dai penalisti napoletani, dunque, soltanto otto magistrati hanno finora organizzato le udienze in modo da rispettare perfettamente le disposizioni dei vertici degli uffici giudiziari e rendere agevole per tutti – giudici, pm, cancellieri ma anche avvocati – il lavoro nelle aule di giustizia. Il loro esempio vuol dire che gestire le udienze, scaglionandole ogni 15 o 30 minuti con un’organizzazione che non crei assembramenti, si può.

Ma si deduce anche che la maggior parte dei magistrati, o delle loro cancellerie, invece non riesce ancora a mettere a punto un’organizzazione che consenta di fissare e celebrare in modo puntuale le udienze. E se a questo si aggiunge che il sito del Tribunale non è puntualmente aggiornato in tutte le sue sezioni o che ci sono integrazioni e ripubblicazioni che rendono farraginose le ricerche, si arriva al caos che gli avvocati penalisti da tempo lamentano. «Nonostante l’encomiabile sforzo – si legge in una lettera che il presidente della Camera penale Marco Campora e il segretario Angelo Mastrocola hanno inviato alla presidente Garzo – è fin troppo evidente che in questo momento, anche alla luce della proroga dello stato di emergenza, il principale problema sia rappresentato dall’organizzazione delle udienze, la cui disciplina non soddisfa in primis le necessarie contingenti ragioni di sicurezza imposte dall’imperversare della pandemia». «L’attuale organizzazione – aggiungono – non solo mette quotidianamente a rischio la nostra salute ma ha determinato una situazione di ulteriore mortificazione della nostra funzione».

Ci sono stati casi in cui risultavano fissati 25 processi in un’unica fascia oraria («entro le 10», come da statino), altri in cui tutti i processi erano fissati alla stessa ora. In tali condizioni gli assembramenti nei corridoi, per capire se la propria udienza si terrà o meno, diventano inevitabili. «Per il 33% delle udienze che si svolgono innanzi al giudice monocratico – denuncia la Camera penale – non siamo a conoscenza della trattazione di un orario o di una fascia oraria». Ciò significa che, in un caso su tre, gli avvocati impegnati per un’udienza davanti a un determinato giudice sono inevitabilmente costretti a presentarsi tutti insieme nell’aula e tutti al medesimo orario di rito per conoscere se il proprio processo sarà tra quelli da trattare. Non va meglio dinanzi alle sezioni collegiali, dove i processi sono spesso con molti imputati e quindi anche molti avvocati: «Non è rinvenibile sul sito nemmeno uno statino per cui salvo i rari casi in cui il processo provenga da un’udienza precedente dove sia stato indicato un orario di trattazione, ancora una volta tutti i difensori si ritroveranno allo stesso orario nell’aula di udienza».

Dinanzi al Tribunale del Riesame, nella settimana dall’11 al 15 gennaio, non sono risultate preventive indicazioni orarie sugli avvisi di udienza. «Qui – si legge nella lettera della Camera penale – la situazione è ancora peggiore: tutti gli avvocati impegnati sono costretti ad assembrarsi in un’unica aula in attesa della chiamata tramite interfono udibile solo dall’interno». Infine, le udienze davanti al gip: «Seppur non è possibile quantificare la percentuale dei prospetti pubblicati, sarà agevole constatare sul sito quanto sia limitato il numero di statini che vengono settimanalmente pubblicati».

La Camera penale ha approntato anche delle proposte: le principali riguardano l’organizzazione sul sito del Tribunale dei prospetti, un’organizzazione su base settimanale e per sezione con congruo anticipo, senza dimenticare l’indicazione nei prospetti dei numeri corretti di procedimento e nome e cognome del primo imputato, nonché la fissazione delle udienze con orario o almeno con fasce orarie non superiori ai 15 o 30 minuti, e comunque con l’indicazione di non più di cinque procedimenti in un’ora salvo particolari esigenze istruttorie.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).