Esteri
Venezuela nel caos tra proteste, arresti e morti, il colpo di Stato di Maduro che accusa gli Usa: “Atti di terrorismo con dietro i gringos”

Centinaia di arresti, alcuni morti, violenze in tutto il paese. Sono le conseguenze delle elezioni presidenziali in Venezuela, che hanno visto ancora una volta Nicolas Maduro proclamarsi vincitore e l’opposizione denunciare irregolarità e frodi. L’Organizzazione degli Stati americani (Osa) ha denunciato “una manipolazione straordinaria” nelle elezioni di domenica, con Maduro che “ha applicato uno schema repressivo, accompagnato da azioni atte a distorcere completamente il risultato elettorale”. Nel paese sudamericano sono quindi scoppiate proteste accese di centinaia di migliaia di persone che non riconoscono l’esito del voto.
Maduro che accusa un colpo di Stato straniero e gli Usa
Nicolas Maduro in una conferenza stampa ha definito le proteste “atti di terrorismo”. “È in atto un piano dell’estrema destra, per una rivoluzione colorata, vogliono iniziare un’escalation di terrorismo”. Secondo il presidente e autocrate è tutto chiaro: “Conosciamo questo modus operandi” già utilizzato “dall’estrema destra” nel tempo e “sappiamo come affrontare questa situazione”. Secondo Maduro dietro a tutto “ci sono i gringos“, è “made in Usa“. Siamo di fronte ad una “controrivoluzione violenta”. Parole che seguono di poco quelle del ministro della Difesa del Venezuela, Vladimir Padrino Lopez, che con un comunicato ha denunciato che è in corso “un tentativo di colpo di Stato appoggiato dall’imperialismo nordamericano e dai suoi alleati interni ed esterni”. “Si tratta di una struttura che sta investendo centinaia di migliaia di dollari”, si legge nel comunicato. Padrino ha quindi avvertito l’opposizione che “la storia ha dimostrato che la violenza non conduce a nulla di positivo e che le proteste degli anni recenti hanno solo causato la morte di innocenti e ingenti danni materiali”.
Venezuela nel caos, centinaia di arresti tra cui leader dell’opposizione
Intanto alle proteste la polizia e l’esercito reagisce con fermezze e una dura repressione: “Sono 749 i manifestanti arrestati in Venezuela”, dice il procuratore venezuelano Alex Saab in una conferenza stampa. E gli arrestati dovranno affrontare accuse a vario titolo, dagli atti vandalici a istigazione all’odio, a terrorismo, tra gli altri. “Non ci sarà clemenza” con loro, ha sottolineato il procuratore. “Queste persone quando vengono arrestate sostengono di appartenere a ong per i diritti umani, ma basta guardare le loro facce, si tratta di terroristi, e non avremo clemenza con loro”, ha aggiunto Saab.
Tra i vari arrestati c’è anche Freddy Superlano, ex deputato e dirigente del partito di opposizione Volontà popolare (Vp), fermato dalle forze di sicurezza. Si può vedere un video dove accerchiato viene arrestato brutalmente a Sebucan, quartiere orientale di Caracas. Superlano è uno dei dirigenti più attivi e che ha fornito maggiore aiuto alla leader oppositrice, Maria Corina Machado, nella campagna presidenziale a sostegno di Edmundo Gonzalez Urrutia.
Caos in Venezuela dopo le elezioni, morti nelle proteste
Ma non ci sono stati solo gli arresti o i feriti negli scontri con le forze dell’ordine. “Ci sono stati almeno tre morti nelle contestazioni di ieri nella regione di Aragua e un quarto che deve essere confermato”, ha riferito il portavoce dell’opposizione, Perkins Rocha in un collegamento con una radio. “Ci sono state molte manifestazioni – ha detto Rocha – alcune represse con durezza”. Ma secondo alcune fonti aggiornate il bollettino delle vittime dovrebbe essere salito almeno a sei.
Tajani sente leader dell’opposizione
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani oggi ha annunciato di aver sentito la leader dell’opposizione in Venezuela al regime di Maduro. “Lunga telefonata con Maria Corina Machado, leader dell’opposizione al regime di Maduro in Venezuela. Ho espresso la mia solidarietà e vicinanza al popolo venezuelano auspicando che possano trionfare i valori legati alla libertà e alla democrazia”.
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