In arrivo c’è la variante Cerberus, che preoccupa non poco gli esperti in vista dei mesi più freddi dell’anno dove è prevista una possibile nuova ondata di contagi, eppure appare ormai evidente che le mosse del governo Meloni nell’affrontare il Covid-19 saranno affidate grossomodo ad un “liberi tutti”.

I segnali erano arrivati dal discorso programmatico tenuto alla Camera e al Senato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che aveva sottolineato come il suo esecutivo non avrebbe replicato “misure liberticide”, come aveva definito la strategia messa in campo dall’ex ministro della Salute Roberto Speranza.

E in questo senso vanno lette le misure annunciate dal nuovo ministro Orazio Schillaci, il rettore dell’Università di Roma Tor Vergata scelto da Meloni per il dicastero della Salute. L’ex membro del Cts, il Comitato tecnico scientifico, ha infatti spiegato che il bollettino sull’andamento del Covid diventerà settimanale, non più quotidiano. A “sei mesi dalla sospensione dello stato d’emergenza, e in considerazione dell’andamento del contagio da Covid-19, ritiene opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti“, informa il ministero.

Ma il “liberi tutti” riguarda altri ambiti delle misure di contrasto alla pandemia. Giovedì, durante le celebrazioni dei 40 anni dell’ateneo di Tor Vergata dove era rettore fino a pochi giorni fa, Schillaci aveva infatti sottolineato che attualmente la malattia “è completamente diversa da quella che era una volta” e dunquestiamo vedendo di fare in modo che ci possa essere il ritorno a una maggiore liberalizzazione”.

La traduzione in atti concreti sarà il mancato rinnovo dell’ordinanza, in scadenza il primo novembre, che obbliga all’utilizzo della mascherina ffp2 per chi entra nelle strutture sanitarie, cioè ospedali, ambulatori e residenze per anziani. Una possibilità, anche per la contrarietà degli esperti del settore, è che l’obbligo resti ma solo per i luoghi dove si trovano i pazienti più fragili.

Altro caposaldo che rischia di scomparire sono le multe ai no Vax, agli over 50 che non hanno concluso il primo ciclo vaccinale entro il 15 giugno. Sia Lega che Fratelli d’Italia, col ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, sono andati all’attacco delle multe: l’obiettivo è quello di sospenderle o cancellarle, magari con una norma nel decreto Aiuti.

Tra gli obiettivi della destra di governo c’è anche l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, altra misura in scadenza per decreto legge il prossimo 31 dicembre. È praticamente certo l’indirizzo dell’esecutivo su questo tema col non rinnovo del provvedimento, ma c’è chi, scrive Repubblica, spinge per bloccare subito l’obbligo.

In ospedale verrà invece reintegrato il personale sanitario che era stato sospeso per inadempienza all’obbligo vaccinale, con l’annullamento anche delle multe previste dal decreto legge in scadenza il 31 dicembre.

Il ‘freno’ di Mattarella

Al progetto meloniano di ‘cancellazione’ sembra indirettamente rispondere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel corso del suo intervento per la cerimonia al Quirinale per i ‘Giorni della Ricerca’, il capo dello Stato ha ricordato che “dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid-19. Dobbiamo ancora far uso di responsabilità e precauzione“.

Mattarella ha ricorda come “il compito della sanità pubblica” sia quello di “mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse. Tuttavia sentiamo che il periodo più drammatico è alle nostre spalle. La scienza è stata decisiva“, ha ricordato il presidente della Repubblica.

Dal Quirinale quindi Mattarella ha anche ribadito la necessità di investire nella ricerca scientifica, di cui “negli ultimi tre anni abbiamo intensamente avvertito la fondamentale importanza“. “I talenti italiani, quando ne hanno la possibilità, manifestano le loro qualità in ogni parte del mondo – ha aggiunto il presidente della repubblica – Ne siamo orgogliosi. E dobbiamo sentirci impegnati a migliorare le condizioni di una crescita della ricerca italiana ed europea“.

 

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia