Una nuova richiesta di conoscere lo stato e il luogo di conservazione dei campioni di Dna fatta dai legali di Massimo Bossetti è stata bocciata dalla Corte di Assise di Bergamo. Il muratore di Mapello è in carcere dal giugno del 2014, condannato definitivamente all’ergastolo per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, scomparsa da casa mentre rientrava dalla palestra nel novembre 2010 e ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola.
La Corte d’Assise di Bergamo ha dichiarato inammissibile la richiesta dopo l’annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione lo scorso 26 luglio 2021. Già altre due volte i giudici avevano rifiutato la richiesta dei legali di Bossetti di accederee analizzare i campioni del Dna.
“La Corte di Bergamo probabilmente pensa di essere superiore alla Corte di Cassazione, se i principi di questa vengono disattesi – hanno detto i legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini nella trasmissione Iceberg di Telelombardia – Se pensano che la difesa abbandoni per stanchezza si sbagliano di grosso. Stiamo già lavorando al quinto ricorso”.
“Per noi è fondamentale conoscere questo stato di conservazione perchè come è noto affinchè si possano fare delle analisi sul dna occorre che questo sia stato conservato a temperatura costante e sotto lo zero cosi com’era custodito al San Raffalele di Milano prima della confisca”.
Intanto dal carcere Bossetti, che si è sempre dichiarato innocente, ha inviato una lettera: “Sono confinato trattenuto dentro a queste mura che ogni giorno mi stanno sempre più strette, continuo nel vedermi la dignità disconosciuta, disprezzata, calpestata e i miei diritti fondamentalmente ignorati e violati”.
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