Un luogo sicuro, dove ritrovare una rete familiare in grado di accogliere ogni ragazzo e ragazza consapevole della propria identità di genere e del proprio orientamento sessuale. È  da questo presupposto che a Roma apre un nuovo centro di accoglienza e protezione per i giovani Lgbtq+ vittime di violenza e discriminazioni in famiglia.

Molto spesso giovani e giovanissime, che trovano il coraggio di fare coming out con i loro genitori, non ricevono la solidarietà e l’amore sperato e dovuto. Per uscire da una condizione contrassegnata da violenza psicologica e vessazioni fisiche, molti ragazzi e ragazzi sono costretti a lasciare la famiglia e la casa ormai ostile, con la speranza di chiudere una brutta parentesi e iniziare a un nuovo futuro in totale autonomia e libertà.

Il progetto “Casa +”

Il progetto “Casa +”, promosso dalla Croce Rossa Italiana, accoglie gratuitamente a tutti i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni che necessitano di ospitalità in un ambiente sicuro, dove trovare sostegno nella ricostruzione dei legami affettivi e orientamento nei percorsi educativi e di inclusione lavorativa.

“’Casa +’ vuole rispondere alle esigenze di protezione per vittime di omotransfobia e persone discriminate, o a rischio di violenza, per motivi connessi all’orientamento sessuale e all’identità di genere – si legge in una nota della CRI – Sostiene interventi individuali di concreto ascolto alla persona, di recupero delle risorse e di reinserimento sociale”.
Nella struttura, cruciale è l’intervento degli operatori della CRI, che aiutano i giovani e le giovani ospiti a intraprendere un percorso di crescita personale e professionale con l’obiettivo di favorire la piena autonomia della persona e la ricostruzione della rete sociale.

Come entrare nella struttura

Se si è vittima di discriminazioni e violenze all’interno del contesto sociale o familiare, si può chiedere aiuto attraverso il numero verde della Croce Rossa Italiana (800 – 06 55 10, tasto 2) attivo dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 20:00, oppure mandando un messaggio su WhatsApp al numero +39 370 12 88 375, attivo dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 20:00.

La sede della struttura non è stata resa nota pubblicamente per proteggere gli ospiti di “Casa +” da potenziali attacchi omotransfobici.

A che punto è la legge Zan?

La discussione sul ddl Zan, il disegno di legge sull’omotransfobia del deputato PD Alessandro Zan, è ancora ferma al Senato ed è stata rinviata a settembre, dopo la pausa estiva del Parlamento. Nell’ultima giornata di dibattito disponibile, il disegno di legge sull’omotransfobia è stato letteralmente ‘bombardato’ da una carica di circa mille emendamenti, in gran parte per la modifica degli articoli 1, 4 e 7, ovvero quelli su identità di genere, ‘libertà di espressione’ e libertà educativa.

Ovviamente a fare la parte del leone è stata la Lega di Matteo Salvini con 672 emendamenti, ai quali si aggiungono 20 solo dal senatore e vice presidente dell’Aula Roberto Calderoli. Altre 80 proposte di modifica al testo presentati da Paola Binetti dell’Udc, mentre anche Italia Viva di Matteo Renzi ha presentato 4 emendamenti, di cui 2 a firma del capogruppo Davide Faraone, per chiedere la modifica dei articoli. Infine 134 e 127 emendamenti sono stati presentati rispettivamente da Forza Italia e Fratelli d’Italia, con una decina dal Gruppo Misto.