La ‘tenuta’ psichica è messa a dura prova
“Ansia, depressione e insonnia: come superare gli effetti di un anno di pandemia”, i consigli della psicologa
Un anno di pandemia ha provato tutti, sia chi ha contratto il Covid sia chi è riuscito ad evitarlo. Ansia, stress, insonnia e malessere generale affliggono tante persone. Tutto ciò non è un’impressione ma quella che anche gli psicologi hanno denominato come “Sindrome post covid o Long Covid”. Simona Piemontese, psicologa psicoterapeuta, ha spiegato al Riformista quali sono i problemi causati dalla pandemia sulla salute psicologica e come fare a superare questo momento difficile. La psicoterapeuta ha partecipato a diverse iniziative tra cui quella promossa dal Ministero della Salute con l’attivazione di un numero verde per offrire gratuitamente sostegno psicologico: “Le richieste sono state migliaia, segno che il disagio è stato, ed è ancora molto forte”, ha detto la dottoressa.
A un anno dal primo lockdown quali sono gli effetti sulla salute psicologica delle persone?
Oltre ad alterazioni del tono dell’umore, ansia, depressione, problemi legati al sonno (insonnia o ipersonnia) c’è la paura, il senso spesso profondo di solitudine dovuto all’isolamento a casa o all’ospedalizzazione anche molto lunga nei reparti covid. La situazione psicologica è molto cambiata dall’inizio della pandemia ad oggi, la ‘tenuta’ psichica è messa a dura prova dopo un anno, è pervasivo un profondo senso di incertezza su quando finirà tutto questo, su un futuro anche economico assolutamente incerto.
Come combattere l’ansia di un anno in cui la vita è sospesa?
Accogliendo e riconoscendo le proprie emozioni, i propri stati d’animo ma soprattutto chiedendo aiuto.
Cosa fare per ritrovare la serenità?
Ovviamente le continue chiusure che viviamo non aiutano a ritrovare o meglio a trovare una normalità (allo stato sicuramente diversa da quella passata ma comunque importante). Per molti mesi questa sarà ancora la nostra vita, e allora è importante condividere i propri timori e le proprie difficoltà, chiedere aiuto, dare aiuto. Penso alle persone anziane, magari sempre più sole e isolate.
C’è chi parla di ansia da luoghi affollati, difficoltà a uscire di casa anche quando le regole lo consentono. Una nuova fobia causata dal Covid?
Si, si parla di sindrome della capanna. La casa vissuta come luogo che ci protegge verso un esterno vissuto come pericoloso, dove è possibile il contagio, dove l’altro rappresenta qualcuno da cui doversi difendere. Sono in tanti a vivere con disagio la ripresa di una vita di relazione, di frequentazione con altri. In alcuni casi, anche ragazzi giovanissimi, mostrano una vera e propria fobia legata al covid, paura di uscire, contagiarsi.
Molti sfogano sul cibo…
Sono aumentati molto anche i disordini alimentari, soprattutto nei bambini, si mangia per noia, per ansia, per lo stress e ovviamente le occasioni per l’attività fisica sono ridotte al minimo.
Tra gli effetti del Covid sulle persone c’è anche l’acquisto compulsivo su internet
Anche questa è una conseguenza del lungo lockdown e, aggiungerei, che si collega anche ai possibili effetti fobici di luoghi chiusi come i negozi, per chi vive con timore l’incontro con la folla. Ci sono persone che tutt’oggi, con la possibilità di acquistare nei negozi fisici preferiscono comunque l’e – commerce.
Come lo smart working ha influito sulla salute psicologica, in bene o in male?
Da un certo punto di vista ha permesso una diversa organizzazione del lavoro, anche un’ottimizzazione se vogliamo. Ma, e penso soprattutto alle madri lavoratrici, ha aumentato notevolmente il carico di stress. A casa, in smart working, magari con i figli in dad, questo è un tema di cui si parla troppo poco e di cui, soprattutto in Campania, non si tiene conto quando si tengono le scuole chiuse.
Come stanno psicologicamente i bambini?
Male. Sempre più male. L’impatto nell’attualità sono disturbi nel sonno, disordini alimentari, abuso di videogiochi, difficoltà relazionali, paure, regressioni di vario tipo, e potrei continuare ancora. Ma quello che non possiamo valutare, e che mi preoccupa molto, sono gli effetti a lungo termine. I bambini, benché capaci a volte più di noi adulti di adattarsi alle situazioni, non hanno gli strumenti per far fronte ad un così lungo periodo di sospensione della loro vita in una fase di crescita dove la scuola, gli altri con cui rapportarsi, sono indispensabili.
Come aiutarli a superare questo momento difficile in cui sono costretti a stare chiusi in casa e lontani dagli amici?
Attraverso il dialogo. Aiutandoli a verbalizzare quanto stanno vivendo. Dando spiegazioni, ovviamente adatte alla loro età, su quanto sta accadendo nel mondo intorno a loro. Accogliendo le loro paure e il loro bisogno di rassicurazioni.
Per chi ha invece contratto il covid ci sono delle ulteriori difficoltà, quali sono?
Nel caso dei pazienti Covid ovviamente le ripercussioni fisiche hanno un altissimo impatto anche psicologico. L’isolamento dai propri cari, la paura di morire, penso soprattutto ai pazienti ricoverati in terapia intensiva, il protrarsi anche per mesi, di stanchezza, affanno, rendono difficile la ripresa. E poi ci sono quelli che hanno perso un familiare, sapendolo solo, senza averlo potuto assistere e che presentano spesso difficoltà ad elaborare il lutto della perdita.
Molti dicono di soffrire di mal di testa, mancanza di concentrazione, difficoltà a svegliarsi al mattino e stanchezza cronica. Come fare a ritrovare il benessere?
Cercando una routine anche nell’isolamento a casa. Routine negli orari, nella cura di se, con un’alimentazione sana. Se la sintomatologia diventa invalidante, ovviamente chiedere aiuto.
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