È difficile dire se somigliano più ai saputelli del giorno dopo, quelli del «Te lo avevo detto io…», oppure a quelli dallo sguardo sempre obliquo pronti a cogliere il minimo sbaglio per poter infierire. Sta di fatto che stanno venendo fuori uno dietro l’altro. Viene da immaginarseli mentre gonfiano il petto e si sfregano le mani per commentare l’arresto del garante dei detenuti di Napoli Pietro Ioia, ricordando che è un ex detenuto, e dare fiato al giustizialismo più sfrenato.

Per qualcuno Ioia è già colpevole, da rimuovere dall’incarico e condannare. E questo qualcuno è impossibile che abbia letto tutti gli atti dell’inchiesta, al più avrà letto qualche articolo di giornale o forse soltanto qualche titolo (purtroppo molti fanno così: leggono il titolo e credono di sapere già tutto). E questo qualcuno avrà probabilmente fatto un bel ghigno alla notizia che ieri mattina Pietro Ioia è apparso provato all’interrogatorio di garanzia e si è avvalso della facoltà di non rispondere, e avrà pensato «Ha fatto scena muta» come se questo portasse automaticamente a certe frettolose conclusioni, senza pensare che avvalersi della facoltà di non rispondere è un diritto concesso all’indagato e rientra nel normale iter giudiziario in questa fase dell’inchiesta, quindi non significa nulla sul piano dell’accertamento della responsabilità penale. Questo lo dice la legge, mica noi garantisti!

Assistito dall’avvocato Raffaele Minieri, Ioia potrebbe scegliere di presentare istanza al Riesame: anche questo rientra nelle sue facoltà di indagato e sempre perché lo stabilisce la procedura penale. Sarà la magistratura a coordinare le indagini e verificare tutti gli indizi e le ipotesi di reato e sarà nel contraddittorio delle parti che si risolverà questa vicenda giudiziaria, sembra pertanto prematuro sparare sentenze già oggi, a due giorni dall’arresto. Eppure in tanti lo stanno facendo. Pietro Ioia è accusato di essersi prestato a consegnare droga e telefoni cellulari ad alcuni detenuti del carcere di Poggioreale dietro compenso in denaro. Queste accuse, se provate, sono sicuramente molto gravi e in questo momento il rischio è che sia messa in dubbio non soltanto la responsabilità del singolo garante ma la figura di tutti i garanti territoriali. Infatti è già iniziata la guerra ai garanti.

I primi ad aver impugnato le armi verbali contro questa figura di tutela dei diritti delle persone private della libertà personale sono stati i sindacati della polizia penitenziaria. Alcune agenzie hanno rilanciato ieri le dichiarazioni di Giuseppe Moretti, presidente dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria, che in un certo senso se la prende con i garanti, regionale e nazionale. «Prendiamo atto che il sindaco ha avviato le procedure per la revoca della nomina di Pietro Ioia quale atto dovuto, mentre riteniamo che chi debba tacere dovrebbe farlo, ad esempio il garante regionale della Campania, invece di parlare di “sciacallaggio” sui gravi fatti che stanno emergendo, avrebbe lui dovuto monitorare le attività dei garanti comunali da lui coordinati», ha affermato Moretti aggiungendo che «anche le dichiarazioni del garante nazionale appaiono tardive rispetto alle richieste avanzate dall’Uspp di regolamentazione delle caratteristiche che devono avere queste figure, ricordando le limitazioni previste già per il solo accesso negli istituti penitenziari per chi ha precedenti penali».

E poi il colpo finale: «Resta fermo il fatto che per l’Uspp queste figure in ambito territoriale sono solo un costo per la collettività, visto che per noi i primi garanti delle condizioni detentive restano i magistrati di Sorveglianza. Auspichiamo un urgente provvedimento del nuovo esecutivo per scongiurare altri casi come quello di specie». Insomma, si sta cogliendo l’occasione per dare spazio a posizioni meno garantiste e più giustizialiste, con frasi trite e ritrite. Della serie: sbattiamo il mostro in prima pagina e facciamo di tutta l’erba un fascio.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).