Il post contro il “victim blaming”
Asia Argento, gli insulti dopo le denunce di violenza e la nuova vita: “Ho trasformato il veleno in medicina”
“Oggi sono una donna serena, una sopravvissuta”. Scrive così su instagram in un lungo post, uno sfogo, in cui racconta una parte dolorosissima della sua vita e quello che ne conseguì. Era il 2017 quando Asia Argento fu tra le prime a denunciare gli abusi subiti dal produttore dando vita al movimento MeToo. Una vicenda che ha profondamente segnato la sua vita e da cui ora si sta liberando.
“Nel 2017, dopo che io ed altre donne liberammo la parola rendendo pubbliche le violenze sessuali subite da Harvey Weinstein – racconta l’attrice – ci fu un vero e proprio tsunami mediatico, e subii da parte dei media e degli haters quello che viene chiamato ‘victim blaming’. Vennero dette e scritte frasi come ‘se l’era cercata, poteva dire no, l’ha fatto per farsi pubblicità’… perché la colpa del predatore in qualche strana maniera ricade sempre sulla donna, sulla vittima, anche se detesto questa parola. La vittima di stupro, di molestie, viene sempre, prima di tutto, giudicata. Prima ancora dello stupratore”.
E continua raccontando l’inferno vissuto intimamente: “E purtroppo anche la vittima per prima cosa interroga se stessa. Questo dovrebbe far capire com’è tutt’ora montata la nostra società. Anch’io mi chiesi come mai non fossi riuscita a scappare, perché non gli avessi dato un calcio nelle palle come mi aveva insegnato mia madre, perché non avessi urlato e chiamato le forze dell’ordine. M’incolpavo dicendomi che davo troppa confidenza agli uomini. O che forse era colpa dei ruoli che interpretavo, le pose sexy sulle copertine dei giornali. Se qualcosa di irrisolto dentro di me non mi aveva mai permesso di amarmi completamente, dopo essere stata violentata iniziai a disprezzarmi. Continuavo a ripetermi che ero una puttana e che me l’ero cercata. Non riuscivo a fuggire da questi pensieri”.
“Allora ero ventenne- continua il post – non avevo gli strumenti per capire cosa mi era successo. Ci sono volute due decadi e 16 anni di analisi per liberarmi di questo critico interiore, e per imparare a farmi scivolare sopra le insinuazioni dei detrattori, che facevano ancora più male perché ero stata io la prima a incolparmi. Ieri Weinstein è stato condannato (dopo la sentenza di 23 anni a New York) a Los Angeles per stupro e violenze sessuali, potrebbe scontare 47 anni in carcere”. Harvey Weinstein è già stato condannato dal tribunale di Los Angeles per altri tre reati: uno stupro e due aggressioni sessuali. Il produttore era stato già condannato a New York per violenza sessuale e sta scontando 23 anni di carcere, a cui si aggiunge l’ultima condanna di 24 che potrebbero aumentare quando la corte emetterà la sentenza sulle aggravanti.
Asia Argento conclude il suo post: “Quarantasette anni è la mia età. Oggi sono una donna serena, una sopravvissuta, amo la vita, amo me stessa, ho trasformato il veleno in medicina, e so che la mia esperienza ha aiutato innumerevoli donne in tutto il mondo ad uscire dallo stigma delle violenze sessuali, a liberarsi di questo enorme fardello. E per questo sono e sarò sempre profondamente grata”.
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