Mama Africa
Crisi economica, sistema sanitario al collasso e leggi anti-LGTBQ
Assalto al palazzo del governo in Ghana, arrestati cittadini e giornalisti: la caccia ai gay e il dovere di denunciare gli omosessuali

Sono giorni di proteste e scontri in Ghana dove almeno una cinquantina di persone sono state arrestate mentre cercavano di prendere d’assalto Jubilee House, la sede del governo ghanese. Le manifestazioni sono state organizzate da Democracy Hub, un network formato da elementi ed associazioni della società civile che sta protestando per la gravissima crisi economica che sta mettendo in ginocchio il Ghana. La polizia ha represso duramente queste proteste arrestando anche diversi giornalisti e caricando con forza i gruppi di giovani che per tre giorni hanno occupato le strade di Accra, la capitale del Ghana. Anche due corrispondenti della BBC sono stati fermati, ma subito rilasciati. I dimostranti, vestiti in rosso e nero per essere riconoscibili e dimostrare la loro rabbia, sono scesi in piazza per protestare contro l’inflazione arrivata al 40% nel paese africano ed il costo della vita divenuto ormai insostenibile per la maggioranza della popolazione.
Democracy Hub accusa il governo del presidente Nana Akufo-Addo di pessima gestione dell’economia, di un sistema sanitario al collasso, di abuso di potere e leggi anti-LGTBQ, oltre a diverse violazioni dei diritti umani. Il progetto di legge sulla promozione dei diritti sessuali umani adeguati e dei valori della famiglia ghanese altro non è che la criminalizzazione delle relazioni LGTBQ e colpirebbe anche chi ne sostiene la legittimità. Questo progetto conferisce ai cittadini un cosiddetto “dovere di denuncia” sulle persone sospettate di omosessualità. Il disegno è ormai vicino all’approvazione ed il presidente Akufo-Addo ha già dato il suo benestare. Questo atto politico ha scatenato la caccia ai gay ed a Kumasi, seconda città del paese, quattro uomini sono stati aggrediti nel maggio scorso perché sospettati di essere omosessuali, mentre a luglio un uomo è stato accoltellato dopo essere stato attirato in una trappola con un finto appuntamento.
Le proteste sono iniziate quando il presidente si trovava a New York per l’Assemblea delle Nazioni Unite ed hanno avuto un grande impatto mediatico. Il Ghana è vicino al default economico e non riesce nemmeno a pagare gli interessi sull’enorme debito pubblico accumulato. Il più importante partito d’opposizione, il Congresso Nazionale Democratico, non è sceso in piazza, ma ha appoggiato la protesta definendo una vergogna la violenza con cui si è repressa una manifestazione pacifica. Il Ghana non è il primo paese africano che decide di protestare contro le difficoltà economiche, a luglio il Kenya era stato sconvolto dagli scontri per l’aumento delle tasse ed era nata una vera e propria guerriglia urbana. Nel 2020 erano stati i giovani nigeriani a chiedere una trasformazione del governo di Abuja, mentre in Senegal l’opposizione si è scontrata più volte con le forze dell’ordine per rimuovere il presidente Macky Sall. Un’ondata crescente soprattutto fra le nuove generazioni africane che chiedono a classi politiche vecchie e screditate di farsi da parte e lasciare spazio a volti nuovi che non siano coinvolti nei malgoverni che hanno regnato per decenni.
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