Come diceva Mao Tse-Tung? «Grande è la confusione sotto il cielo». Una frase quasi profetica, quella pronunciata a suo tempo dal leader comunista cinese, che sembra fatta apposta per descrivere l’attuale scenario politico di Benevento. La città sannita si prepara ad affrontare il ballottaggio al termine del quale si saprà chi, tra l’uscente Clemente Mastella e lo sfidante Luigi Diego Perifano, ricoprirà la carica di sindaco. Fin qui tutto normale. A far strabuzzare gli occhi sono le contraddizioni che caratterizzano tutti gli schieramenti e tutte le forze politiche. E, ancora una volta, le più evidenti sono quelle interne al campo progressista.

Se a Napoli il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle sono riusciti a far eleggere sindaco Gaetano Manfredi, a Benevento non sono riusciti a riproporre il patto. I pentastellati si sono polverizzati: cinque anni fa sfiorarono il ballottaggio, stavolta non sono riusciti nemmeno a presentare una lista. E, paradosso nel paradosso, hanno negato il proprio appoggio a Perifano ritenendolo un candidato in odore di massoneria; eppure, in vista del secondo turno, hanno fatto sapere che sosterranno proprio l’avvocato, pur di ostacolare la conferma di Mastella. Dal canto suo, anche il Pd si è schierato con Perifano. Peccato che il presidente della Regione Vincenzo De Luca, di fatto numero uno dei dem in Campania, abbia deciso di appoggiare Mastella.

Tanto che, nella coalizione dell’ex ministro della Giustizia, figura anche la lista Essere Democratici, animata da quel Raffaele Del Vecchio che di De Luca è notoriamente un fedelissimo. Ciò significa che a Benevento si gioca una partita importante tanto quanto quella di Napoli soprattutto al’interno del Pd. Lo “scontro”, infatti, è ancora una volta tra il “modello De Luca”, basato su un accordo tra sinistra e moderati, e quello di Enrico Letta, il segretario dem che non ha provato alcun imbarazzo nel sostenere come lo scenario di Benevento riveli «l’unità del centrosinistra». Si vedrà chi uscirà vincitore da questo braccio di ferro. Nel frattempo, però, non si può fare a meno di notare il degrado in cui è piombata la politica sannita e, più in generale, campana. E questo a causa di eccessi di trasformismo e di ideologismo. Guardiamo un attimo al centrodestra: qui, nella speranza di intestarsi un successo elettorale, la lista di ispirazione berlusconiana non ha esitato a fare corsa comune niente di meno che con De Luca, cioè l’avversario di sempre, a sostegno di Mastella.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, invece, il M5S ha rimediato l’ennesima figura barbina nel momento in cui, per un eccesso di ideologismo, si è schierato contro il massone Perifano, salvo poi vedersi costretto a ritornare sui propri passi. Il risultato di tutto questo è il completo smarrimento dell’elettore, stordito da una politica che in alcuni casi dimostra di aver perso del tutto le coordinate (come nel caso di Forza Italia e del Pd), mentre in altri ne impone troppe per poi essere costretta a ridicoli dietrofront (come nel caso del M5S). Diciamoci la verità: in questo contesto, non c’è da meravigliarsi se, soprattutto nelle grandi città, gli elettori preferiscono disertare in massa le urne.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.