Il pilastro delle Considerazioni Finali lette ieri dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è l’Europa, con la Bce e le misure monetarie non convenzionali, con le politiche di reazione alla crisi che ha contribuito a varare insieme con i Paesi membri, con il Next Generation Eu e le altre risorse impiegate, ma anche con quel che potrà fare con le sue istituzioni. A quest’ultimo proposito Visco ritiene che le condizioni dei finanziamenti, per la parte che riguarda la Bce, debbano rimanere per lungo tempo accomodanti, anche per prevenire aumenti ampi e persistenti dei tassi di interesse non giustificati dalle prospettive economiche.

Ma il Governatore ritiene pure cruciale che vi sia sintonia tra le azioni dei Governi e delle autorità monetarie: un obiettivo certamente assai importante, ma che non è facile conseguire, considerata la reciproca indipendenza delle due parti in mancanza di un favorevole assetto istituzionale. Poi il Governatore avanza la proposta di un bilancio comune per la gestione altrettanto comune del debito non pregresso, mentre le passività passate potrebbero essere oggetto di scelte tecniche specifiche fondate su di un condiviso fondo di ammortamento. La proposta finora sostenuta da esperti e addetti ai lavori assume così una equilibrata veste istituzionale, così come quella riguardante l’esplicitazione di un allargamento di fatto del mandato della Bce, che si concretizza nel mantenimento della stabilità dei prezzi, alla difesa dell’occupazione, alla tutela anche della stabilità finanziaria (accanto a quella, ora vigente, della stabilità monetaria), al sostegno di politiche per il clima.

Anche in questo caso non sarà facile la pure importante, forse necessaria, estensione della missione, senza interventi normativi che richiedono il consenso dei partner comunitari, fra i quali già si potrebbe prevedere il dissenso tedesco. Inoltre, il Governatore ritiene pure che il target il cui raggiungimento con l’azione della politica monetaria sancisce il conseguimento della stabilità debba essere più chiaro e vada fissato nel 2 per cento con la possibilità di valutare gli scostamenti sopra e sotto tale livello nonché di considerare pure la possibilità di un livello moderatamente superiore per un determinato periodo di tempo, come la Federal Reserve intende praticare. Ma il bilancio comune richiede modifiche nei poteri dei singoli Stati e nell’esercizio della sovranità fiscale che non sarà agevole conseguire, stante il fondamentale principio del “no taxation without representation”.

In ogni caso, in Europa si agisce e si aprono prospettive che sarebbe bene collegare anche con il principio di sussidiarietà che valorizza ciò che può essere fatto meglio a livello di singoli Stati. Ma, poi, vi è ciò che può e deve fare l’Italia con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con le riforme, con un sistema di politiche attive del lavoro, con il superamento delle debolezze della rete di protezione sociale, con la promozione di un’adeguata formazione, con la cura dell’economia della conoscenza. Dobbiamo essere preparati ai cambiamenti, dice Visco – il quale affronta anche il ruolo dell’intervento pubblico in economia che richiederebbe però ulteriori approfondimenti rispetto all’impegno e alla prospettiva della riduzione del debito, alla cessazione delle moratorie dei prestiti, delle garanzie pubbliche, al blocco dei licenziamenti: operazioni, queste, che il Governatore non sostiene da attuare “illico et immediate”, ma che verosimilmente vede andare di pari passo con l’uscita sicura dalla pandemia e con l’avvio deciso delle riforme e di una nuova politica economica.

La sfida dell’impiego delle nuove tecnologie non riguarda solo le banche, al pari di quella ecologica, a proposito di entrambe le quali il Governatore sottolinea l’opera svolta da Bankitalia nell’ambito del G20 e le iniziative avviate all’interno dello stesso Istituto. Quanto alla Vigilanza bancaria Visco – che ripercorre la reazione delle banche alla crisi e delinea le sfide alle quali sono chiamate – manifesta una opinione positiva su come ha operato riuscendo a contemperare, egli sostiene, l’esigenza di continuare a fornire risorse all’economia con quella di presidiare adeguatamente i rischi. In effetti, in diverse fasi, un approccio tuzioristico-burocratico della Vigilanza unica presso la Bce ha dato netta prevalenza a tale presidio, con conseguenze sul piano della rigidità sfociata nel rigorismo. Molti sarebbero i casi che si potrebbero citare. Il contemperamento apprezzato dal Governatore in linea teorica è condivisibile, ma richiede un’attuazione piena che non si è avuta in alcuni passaggi. Dunque, non solo è da promuovere un’adeguata regolamentazione, a livello europeo, per i casi di crisi di banche medie e piccole, ma andrebbe sottoposta a revisione la funzione di supervisione, visto che una revisione è in corso per la politica monetaria che, invece, ha ben operato nel complesso.

Visco ha poi rivolto un appello alla politica, alle parti sociali, ai cittadini in genere: la coesione è fondamentale per l’uscita dalla pandemia e per la costruzione del nuovo mondo. Ma per una tale azione è, deve essere in primo piano il ruolo del Governo che non si può sciogliere – ma non è questo l’intento di Visco – in quello onnicomprensivo della “politica”. Né è immaginabile che l’illuminismo di Filangieri, che il Governatore cita a chiusura delle Considerazioni con un bella frase, sia oggi sufficiente a rimotivare l’adesione consapevole all’Unione che invece deve scendere dalle partecipazioni elitarie e camminare, se possibile e per fatti concreti, sulle gambe di milioni di cittadini.