Tolleranza zero, più agenti in strada, videosorveglianza dappertutto, tavoli di confronto con operatori e residenti: negli ultimi giorni, a Napoli, sul tema della movida è stato tutto un susseguirsi di annunci. Il sindaco Gaetano Manfredi in persona ha sottolineato come la questione vada affrontata «in maniera ferma per evitare il ripetersi di episodi di violenza». Il Comune ha pure deciso di impiegare più pattuglie della polizia locale in alcuni punti critici del by-night. Nel frattempo, però, lo scenario è tutt’altro che confortante: ragazzini che bevono, vomitano e urinano in strada già in prima serata, quando non sono impegnati in risse e accoltellamenti come nelle scorse settimane; musica ad alto volume fino a notte fonda; residenti costretti a barricarsi in casa.

Tutto ciò dovrebbe suggerire al sindaco, ma anche all’assessore alla sicurezza Antonio De Iesu e al neo-prefetto Claudio Palomba, che il tempo degli annunci è finito. La movida nel centro storico è ormai un’emergenza, al pari di un palazzo crollato o di una strada sprofondata. E, come troppo spesso accade in città, è un’emergenza incancrenita che impone soluzioni drastiche. D’altra parte sindaco e assessori appena entrati in carica hanno avuto dieci anni per elaborare una strategia capace di arginare gli eccessi del by-night. Nessuno può pretendere miracoli da un’amministrazione comunale appena insediata o da un prefetto appena nominato. Ma tutti – a cominciare proprio da sindaco, assessore alla sicurezza e numero uno dell’ufficio territoriale di governo – devono darsi una mossa e capire che il tempo degli annunci va archiviato a beneficio di quello delle azioni.

Il primo obiettivo, nell’immediato, è restituire decoro e vivibilità a zone come quelle di Chiaia e del centro storico? Bene, allora qualcuno garantisca più controlli da subito, senza attendere l’esito dei tavoli di concertazione che, per quanto necessari, spesso hanno l’effetto di ritardare la soluzione dei problemi. L’assessore De Iesu, d’altronde, conosce bene la movida. Non era lui il questore di Napoli quando le strade del by-night cittadino cominciavano a trasformarsi in campi di battaglia tra risse e aggressioni? Qualcuno dirà: beh, all’epoca De Iesu non disponeva del potere politico per prendere certe iniziative sul territorio. Ora che invece quel potere ce l’ha, l’assessore farebbe bene a dimostrare di avere anche le idee chiare e, soprattutto, un piano serio e immediatamente attuabile per disciplinare la movida.

Nel lungo periodo, poi, sarebbe il caso di delocalizzare il by-night indirizzandolo anche verso zone diverse dal centro storico e da Chiaia. All’indomani del primo lockdown, l’ex sindaco Luigi de Magistris promise che avrebbe rivitalizzato zone periferiche come il Centro direzionale facendone un luogo di ritrovo per il popolo della notte, così da decongestionare il lungomare. Quegli annunci sono rimasti sulla carta, come nello stile dell’ex pm. Ma l’intuizione era valida e ora sarebbe il caso di concretizzarla, anche nell’ottica di accorciare le distanze tra il centro e le periferie e di invertire i flussi di persone che oggi vanno da Ponticelli a Chiaia e da Scampia al Vomero. Non era Manfredi, in fondo, il fautore dell’idea di “città policentrica”? Se è così, lo dimostri. Perché, dopo dieci anni di demagogia spicciola, di chiacchiere nessuno sente più il bisogno.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.