Alla Camera vince il garantismo. I deputati hanno infatti sì, a larghissima maggioranza, all’emendamento alla legge europea sul recepimento nell’ordinamento italiano alla direttiva del 2016 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza.

Ben 427 i sì, 11 gli astenuti e un solo voto contrario, con gli emendamenti sottoscritti anche dai deputati di Fratelli d’Italia. Bocciato invece l’emendamento, a scrutinio segreto, presentato dai ‘meloniani’ che accompagnava il recepimento della direttiva con la regolamentazione e la sanzione della fuga di notizie relative ad indagini giudiziarie.

Una larga maggioranza arrivata a sorpresa per il cambio di posizione del Movimento 5 Stelle, che con l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in entrambi gli esecutivi guidati da Giuseppe Conte aveva dato il via ad una stagione “manettara”. I principi di garantismo votati alla Camera dovranno ora tornare al Senato per essere inseriti nella legge di Delegazione europea.

Può esultare Enrico Costa, deputato e responsabile Giustizia di Azione, che aveva presentato gli emendamenti in questione. Per Costa l’approvazione praticamente unanime “è un grande risultato: uno stop forte e chiaro al processo mediatico, alle conferenze stampa dei Pm, ai video degli atti di indagine, ai nomi con cui si battezzano le inchieste, alle intercettazioni spiattellate sui giornali. Abbiamo resistito quando ci chiedevano di ritirare la nostra proposta, o quando ci dicevano che non sarebbe mai stata approvata. Ora tutti applaudono e sottoscrivono. Anche coloro che inizialmente si sono messi per traverso”.

Un boccone amaro invece per il giustizialismo grillino. La direttiva europea nel suo punto chiave recita parole che in casa 5 Stelle sono viste come fumo negli occhi: “La presunzione d’innocenza sarebbe violata se dichiarazioni pubbliche rilasciate da autorità pubbliche o decisioni giudiziarie diverse da quelle sulla colpevolezza presentassero l’indagato o imputato come colpevole fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente provata. Tali dichiarazioni o decisioni giudiziarie non dovrebbero rispecchiare l’idea che una persona sia colpevole. Ciò dovrebbe lasciare impregiudicati gli atti della pubblica accusa che mirano a dimostrare la colpevolezza dell’indagato o imputato, come l’imputazione, nonché le decisioni giudiziarie in conseguenza delle quali decorrono gli effetti di una pena sospesa, purché siano rispettati i diritti della difesa”.

“Abbiamo scritto una bella pagina, un accordo su un principio fondamentale, che è un mattone della costruzione a cui stiamo lavorando”, aveva commentato la ministra della Giustizia Marta Cartabia domenica, a conclusione della riunione nel corso della quale si è raggiunto l’accordo sulla presunzione di innocenza tra le forze di maggioranza.

 

 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia