Riaprire la Galleria Quattro Giornate, rivedere le posizioni contrattuali di 150 vigili urbani, formare i percettori del reddito di cittadinanza, assumere mille dipendenti e scongiurare il dissesto. Sono i primi obiettivi della nuova squadra di Gaetano Manfredi. Abito blu e passo svelto, il neo sindaco di Napoli è arrivato al Maschio Angioino pochi minuti dopo le 12 per presentare ufficialmente la sua nuova Giunta. Fuori un cielo plumbeo che promette pioggia, dentro, nella sala dei Baroni, gli assessori pronti alla proclamazione. Il primo cittadino ha preso posto in mezzo alle donne che lo affiancheranno per i prossimi cinque anni nella gestione di una città difficilissima.

La nuova Giunta di Palazzo San Giacomo è composta da cinque donne e sei uomini, tante le deleghe che il sindaco ha scelto di tenere per sé. Tre gli assessori in quota Pd e due in quota Movimento 5 Stelle. Lavoro duro quello di accontentare i partiti, ma l’equilibrio c’è, unico appunto mancano i giovani. Mia Filippone è stata nominata vicesindaco con delega all’Istruzione e alla Famiglia, ha una lunga esperienza come dirigente scolastico, ha guidato due dei licei più importanti della città: il Genovesi, nel cuore del centro storico, e il Sannazaro, al Vomero. La poltrona più scomoda è toccata a Pier Paolo Baretta, l’ex sottosegretario all’economia del governo Conte II entra come tecnico (ma in quota Pd) e dovrà occuparsi di quel problema gigantesco che si chiama Bilancio. Di Infrastrutture e mobilità si occuperà, invece, Edoardo Cosenza, presidente dell’ordine degli Ingegneri, considerato uno dei massimi esperti in materia, mentre Laura Lieto, professoressa alla Federico II, si occuperà di Urbanistica.

Per le Politiche sociali Manfredi ha scelto il grillino Luca Trapanese, il 40enne che ha adottato la piccola Alba, la bimba down rifiutata da sette famiglie dopo pochi giorni di vita. La delega alla Polizia municipale e alla Legalità è andata, come prevedibile, ad Antonio De Iesu, ex questore di Napoli. Teresa Armato, ex assessore regionale con Bassolino ed ex senatrice Dem, gestirà invece le Attività produttive e il Turismo. Politiche giovanili e del lavoro a Chiara Marciani, mentre Salute e Verde a Vincenzo Santagada, presidente dell’ordine dei Farmacisti.
Sport e Pari opportunità all’avvocato, in quota 5 Stelle, Emanuela Ferrante.

La novità dell’era Manfredi è che la Giunta comunale di Napoli non si riunirà solo a Palazzo San Giacomo ma anche nelle sedi di tutte le 10 Municipalità cittadine. «La decisione – ha spiegato il sindaco – è stata presa per dimostrare che non stiamo solo nel palazzo. Durante la campagna elettorale ho girato molto le periferie e voglio fare in modo che tutta la Giunta e tutti i miei colleghi possano essere presenti e vicini alle necessità dei tanti quartieri della città». Ma assessori di alto profilo non bastano. Nella macchina comunale mancano centinaia di risorse. «Abbiamo bisogno di un migliaio di persone per poterci rimettere in carreggiata» ha spiegato Manfredi. «Napoli è la città con il minor numero di dipendenti per abitante. Ne abbiamo meno della metà di Milano. Pensiamo – ha aggiunto – anche alle Municipalità: è inaccettabile che non vengano garantiti i servizi essenziali».

Già al lavoro anche su un’altra questione chiave per la città: «Stiamo esaminando i primi dossier che riguardano il rinnovo del contratto per 150 vigili urbani». Spada di Damocle resta il debito monster di Palazzo San Giacomo: «Bisogna lavorare per scongiurare il dissesto perché lo pagano i cittadini, le imprese e i professionisti – ha detto il sindaco – Non è una situazione che ci possiamo permettere perché il dissesto così com’è configurato non funziona: il 95% dei Comuni che sono andati in dissesto poi sono tornati in dissesto». A poche ore dalla presentazione ufficiale della Giunta sono arrivate le prime considerazioni dell’opposizione. Fratelli d’Italia ha sottolineato due questioni: da un lato quella politica, al netto della posizione di autonomia assunta da Manfredi, dall’altro la sua diffidenza verso la coalizione che lo sostiene. Alessandra Clemente si è detta «stupita che non ci sia un assessorato dedicato esclusivamente alla cultura, ma una delega, tra tantissime altre, tenute dal Sindaco, e che non ci sia neanche un under 40 tra i membri della Giunta»

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.