Ben prima dell’abbraccio a Renzi in campo, Elly Schlein scambiava segni di pace con Maria Elena Boschi. Erano insieme al Pride del 2023 ma ancora più vicine pochi giorni fa all’iniziativa del Comitato per il referendum contro l’Autonomia differenziata. Un saluto affettuoso, un gesto di unità. Un legame che l’ex Ministro descrive oggi al Corriere della Sera (“Ho un buon rapporto personale con Elly, Italia Viva ha aperto il dialogo perché lo ha chiesto Schlein”).

Un’amicizia insomma della quale non ci eravamo accorti, né nell’anno scorso quando la Boschi le rimproverava alla segretaria di essere assente in Parlamento per il voto sulla GPA (“Su un provvedimento così importante mi sarei aspettata di sentire la sua voce anche alla Camera, peccato”), né poco prima, quando veniva accusata di fare “un’intervista al giorno per attaccare Renzi e il renzismo”, di non saper “parlare di futuro” e di liberarsi di una storia che fingeva di non ricordare. “Schlein è stata candidata alle europee da Renzi e non sarebbe mai entrata a Bruxelles senza il famoso 41%”, tuonava Meb “all’ingrata”, che già prima della vittoria su Bonaccini alle primarie ricordava “le scelte scellerate dell’ex premier”, definendolo arrogante.

Un’amicizia insomma di cui nessuno sospettava nemmeno quando da Boschi a gennaio 2023 arrivava qualche dritta su come gestire il post-elezioni dei comuni lasciati alla destra: “Quando si è alla guida del PD si deve avere anche la responsabilità delle sconfitte, oltre che assumersi i meriti delle vittorie, credo questo faccia della maturità politica che ci si aspetta dalla segretaria”, e neppure quando un mese dopo la capogruppo di Italia Viva alla Camera ricordava di non condividere “quasi per niente” le idee della leader, che nel PD aveva “vinto con la sinistra radicale” e che a certe condizioni di alleanza avrebbe rischiato “di perdere credibilità”.

Eppure un’amicizia che era lì, pronta a sbocciare. Bastava un cenno. Ma non ci avevamo capito niente. Il verbo di Elly è stato quello di far cadere i veti, Italia Viva ha risposto sì. La Boschi ricorda che ”Se il centrosinistra vuole vincere ha bisogno anche di noi, ma se preferisce un remake del 2022 finirà con un’altra vittoria di Meloni che con solo il 26% dei voti si è presa Palazzo Chigi”. Il tempo dirà se le scelte le guida lei oppure Conte: “Noi abbiamo dato disponibilità a fare un percorso programmatico. Di questo dovremmo parlare”. Elly dimentica tutto davanti ad un sorriso, alle domande scomode non dà peso; Meb è lì sul ‘vediamo come va a finire’, per un rapporto da costruire una foto alla volta.

Redazione

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