Giovedì 14 dicembre sembrava che solo Ucraina e Moldavia avessero ottenuto il via libera per l’inizio delle negoziazioni con l’Unione europea. In realtà, sebbene legata a condizioni (da dover adempiere entro marzo), anche la Bosnia ed Erzegovina ha ottenuto lo stesso risultato. Perché certe notizie non vengono date in modo completo e appropriato, soprattutto quando si tratta dei Balcani?

I Balcani sono fermi da anni. Si trovano in un limbo, con promesse vuote e decisioni sbagliate. Così, un leader come il Presidente serbo Aleksandar Vucic è stato considerato più utile che leader più democratici. Ma vogliamo un altro Viktor Orban nell’Ue? Non dovremmo premiare un premier che, come Albin Kurti, attua riforme essenziali nel suo paese, il Kosovo?

Il piano di crescita dei Balcani

L’Ue non può permettersi di abbandonare i Balcani. C’è il rischio concreto che il prossimo conflitto sarà proprio lì, provocato da Vucic e Putin. L’Unione europea deve rendere concrete le proprie promesse verso i Balcani. Russia, Cina, Arabia Saudita sono già pronte a subentrare all’Unione europea e a rimpiazzare la sua “leadership”. Il vertice dei Balcani, tenutosi a Bruxelles il 13 dicembre, è stata l’ennesima ripetizione di promesse. Inoltre, si è parlato del piano di crescita per i Balcani proposto dalla Commissione europea, così come di integrazione dei paesi dei Balcani nell’area unica dei pagamenti in euro. Sono stati trattati anche il tema dei trasporti e dell’educazione.
Tutti temi fondamentali, ma rimane il problema politico e comunicativo: perché non è stato comunicato bene che anche la Bosnia Erzegovina è (quasi) al punto da aprire i negoziati? Così manca solo il Kosovo. Perché politicamente non si sottolinea che i Balcani non sono stati abbandonati? I Balcani sono stati relegati di nuovo in coda. Speriamo di non dover pagare questo errore duramente l’anno prossimo.

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Nata a Trento, laureata in Scienze Politiche all’Universitá di Innsbruck, ho due master in Studi Europei (Freie Universität Berlin e College of Europe Natolin) con una specializzazione in Storia europea e una tesi di laurea sui crimini di guerra ed elaborazione del passato in Germania e in Bosnia ed Erzegovina. Sono appassionata dei Balcani e della Bosnia ed Erzegovina in particolare, dove ho vissuto sei mesi e anche imparato il bosniaco.