Le elezioni di Roma continuano a tenere banco. In una tornata elettorale dove tutti fuggono o si nascondono lui si è messo in prima linea da subito. Contro tutto e tutti. Programma dettagliato, progetti chiari, idee reali. E tanta passione. Quella che lo spinge ogni giorno tra la gente, in periferia. A parlare con i comitati per capire i problemi di questa città. Carlo Calenda è in campo da mesi per la corsa al Campidoglio. E mentre il centrosinistra continua a tirarlo per la giacchetta lui fa spallucce e va avanti. La sfida non è delle più allettanti: governare una città complicata come poche al mondo, dopo l’emergenza covid, con l’incognita del turismo, con un giubileo da organizzare e senza, o quasi, fondi speciali per Roma Capitale.
Calenda, ma chi glielo ha fatto fare?
(ride, ndr). L’amore per questa meravigliosa città. La voglia di mettersi in gioco e dimostrare a tutti che governare Roma e farlo bene non è una cosa impossibile.
Serve una bella motivazione…
Se non l’avessi avuta non stavo qui a parlare con lei. Si parla di massimi sistemi, si fanno voli pindarici ma basta parlare con la gente per capire che a Roma tutti chiedono le stesse cose. Da Ostia ai Parioli.
E sarebbe?
Di risolvere i problemi di tutti i giorni, dando strade senza buche, facendo rispettare i progetti a scomputo di questo o quel costruttore, garantendo un servizio di trasporto che funzioni, con bus che non prendano fuoco come un falò di ferragosto e fornendo servizi puntuali ai cittadini. In questa città possono passare anche nove mesi per ottenere una carta d’identità. Vi sembra normale? A Me la gente che incontro chiede questo, chi fa finta di non capirlo è in malafede.

Carlo Calenda

Il Pd la vorrebbe alle Primarie.
Sono sette mesi che parlano di primarie, prima aspettavano la condanna di Raggi, poi che lei entrasse al Governo, poi che si candidasse Zingaretti per non farle. Io in questi mesi ho girato tutta la città e sto presentando il programma, basta con il voler parlare solo a se stessi. Oltretutto, poi, tutte le dichiarazioni di oggi danno Gualtieri già come vincitore delle primarie. Allora che le fanno a fare?.
Non fa una piega
Serve coerenza e io da subito ho detto come la pensavo. Tutti sanno chi sono e come lavoro. Per governare Roma serve competenza e una squadra forte. E io sto lavorando da subito in questa direzione. Il resto sono chiacchiere. E Roma di chiacchiere fino ad oggi ne ha avute fin troppe.
Nessun accordo col Pd quindi?
Al Pd ho fatto una proposta: stringiamo un accordo di reciproco sostegno al ballottaggio. Se, invece, come sembra preferirebbero la Raggi, non ci siamo. Il Pd, però, in particolare con Boccia propone da tempo intese con i Cinquestelle al ballottaggio. Il Dem devono decidere se fare un’alleanza con forze liberali e riformiste o con M5S. Non è la stessa cosa».
Come crede di posizionarsi al voto?
Io penso di arrivare al secondo turno e i sondaggi lo dicono. Nel caso non dovessi arrivare al secondo turno vedrò quali sono i candidati in campo, ma certamente non voterò Raggi.
Cosa la spaventerebbe di più se diventasse sindaco?
Io sto lavorando e sono in campo per fare il sindaco. Arrivare al Campidoglio non può fare paura, può esser solo da stimolo per fare meglio.

Franco Pasqualetti

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