Vitalizio fa rima con supplizio: ancora un rinvio, l’ennesimo, dal consiglio di presidenza del Senato per decidere se revocare o meno il vitalizio a Ottaviano Del Turco. Un rinvio che arriva dopo un’ora di animato confronto nell’organismo che governa il Senato: Lega e Movimento Cinque Stelle hanno contrastato veementemente l’ipotesi del ripristino della pensione per l’ex Senatore e leader sindacale, oggi affetto da gravi patologie psico-fisiche. Per la non-autosufficienza ad Ottaviano Del Turco è stato affiancato come Amministratore il figlio Guido, e al riconoscimento formale delle autorizzazioni e dei certificati era stato consacrato l’ultimo bimestre del consiglio di presidenza.

Sul Riformista Giuliano Cazzola ha ben messo in luce gli effetti della sentenza Onida, con cui si conferma l’irrevocabilità del diritto al trattamento pensionistico, che per gli ex senatori corrisponde al vitalizio. Il senatore Calderoli non si è convinto e si è presentato in consiglio di presidenza deciso al tutto per tutto pur di tagliare i fondi all’ex governatore abruzzese. Lega e M5S contrari, Pd, Leu e FI a favore, Italia Viva e Fratelli d’Italia assenti per malattia dei senatori Nadia Ginetti e Ignazio La Russa: si fosse andati al voto – in quell’ufficio di Presidenza, uno vale uno – avrebbe prevalso il buon senso e si sarebbe ripristinato l’assegno negato. Per tattica parlamentare, quando si è in minoranza e il numero legale balla, c’è un solo modo per uscirne senza essere sconfitti: rovesciare la scacchiera a terra e uscire dall’aula. Facendo venir meno il numero legale, si rimanda tutto. Quello che Calderoli ammette così: «Quello che dovevamo decidere lo abbiamo fatto al consiglio di Presidenza precedente e di conseguenza abbiamo abbandonato il consiglio di oggi».

Le reazioni del fronte umanitario sono forti. «M5S e Lega saranno contenti solo quando sarà morto? Il M5S non ci sorprende perché hanno vissuto per anni solo di manette e forca, ma che facciano i moralisti quelli della Lega è incredibile. Lo Stato è ancora alla ricerca dei famosi 49 milioni e ancora non sappiamo cosa abbiano combinato Savoini e compagni all’Hotel Metropole ma loro fanno una battaglia frontale per l’eliminazione del vitalizio di Del Turco, una persona annullata dall’Alzheimer e che versa in condizioni economiche tali che solo il figlio giornalista può aiutarlo. Assurdo», dichiara Fabrizio Cicchitto, Riformismo e Libertà. E l’ex capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci, va giù dritto: «Va soppressa la revoca del vitalizio ad Ottaviano Del Turco. Mi rifiuto di pensare che qualcuno, come Lega e M5S, non sia d’accordo con un atto di umanità indifferibile».

Anche la vicepresidente Dem del Senato, Anna Rossomando, parla di «una ragione prevalente, con motivi umanitari eclatanti, che permette di intervenire a favore della proroga dell’assegno a Del Turco, immutato l’impianto delle delibere Grasso-Boldrini». La senatrice articola il ragionamento: «Mi sembrava coerente con il discorso umanitario – responsabile del settore diritti del Partito democratico – la formulazione del provvedimento del giudice, che assegna a Del Turco l’amministratore di sostegno, certifica le difficilissime situazioni di salute dell’ex esponente del Psi, persona che non è in grado di provvedere a se stesso in alcun modo».

Italia Viva sarà auspicabilmente presente martedì 13, togliendo ogni alibi dal tavolo e imponendo di assumere una decisione che ai numeri vedrebbe ripristinare l’assegno all’ex leader socialista. Quanto all’assenza di La Russa, le voci sono contrastanti. «Non condivide la posizione di Giorgia Meloni», sibilano dagli uffici di Fdi al Senato. «Non condivide l’apertura della presidente Casellati su Del Turco», sostiene un altro. E dato che la Casellati ha deciso di non decidere sul Copasir, Fratelli d’Italia si mette di traverso sull’ufficio di Presidenza. Le ragioni umanitarie possono attendere, insomma. Fino a martedì. «Considero profondamente ingiusta la sospensione del vitalizio a Ottaviano», fa sapere Teresa Bellanova, sua compagna di lotte sindacali. È lei a ricordare l’impegno di Del Turco con la Cgil; nel 1968 fu lui a lanciare la battaglia a favore degli operai a basso reddito, guarda a volte come gira a vuoto la ruota della vita.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.