Alla soglia dei cento anni di età (il prossimo 27 maggio 2023), l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger appare ancora come uno dei più lucidi e profondi conoscitori della politica mondiale. Intervistato dal giornalista Ted Koppel per l’emittente Cbs, Kissinger – circondato dalle foto che lo ritraggono con i più importanti leader mondiali – ha toccato tutti i temi più importanti dell’attualità, dalla guerra in Ucraina al rapporto con la Cina, fino a un argomento che gli è particolarmente a cuore: le implicazioni dello sviluppo dell’intelligenza artificiale nel futuro dell’umanità.

Quello che trapela dai discorsi di uno degli uomini più importanti del secondo Novecento è soprattutto la grande aspettativa che egli nutre nella diplomazia, nel dialogo che deve riuscire a essere realizzato anche nei confronti di chi è considerato un avversario strategico. L’esempio più lampante viene del resto dalla stessa esperienza dell’ex segretario di Stato, passato alla storia anche per l’apertura da parte degli Stati Uniti nei confronti della Repubblica popolare cinese con una delle sue più importanti missioni “segrete”.

Anche oggi che Pechino e Washington si sfidano su diversi domini in quella che appare a tutti gli e etti come una nuova Guerra Fredda, Kissinger non rinnega quella svolta storica nei rapporti con il gigante asiatico, ma anzi spera che oggi come allora si faccia il possibile per evitare un conflitto tra le due superpotenze. La questione si allaccia anche al duello con la Russia, visibile soprattutto nella guerra in Ucraina. Nella conversazione con Koppel, Kissinger non solo si dice pronto, ipoteticamente, a partire per Mosca e parlare con lo stesso presidente russo Vladimir Putin, ma anche convinto che proprio il coinvolgimento di Pechino nelle trattative sia una delle chiavi per costruire un futuro negoziato tra Kiev e Mosca.

Il mondo, secondo Kissinger, non è un luogo “sicuro”. Lo dice apertamente e non ha motivo di nasconderlo. Ma quello che sembra preoccupare il quasi centenario Premio Nobel è in particolare il rischio che intravede nella società (e anche evidentemente tra i suoi decisori) di non riflettere attentamente su quanto sta accadendo o sta per accadere all’essere umano, tra corsa alle armi e nuove tecnologie. Quello dell’ex segretario di Stato è un costante avvertimento alla politica sui pericoli per la società.

Kissinger è ben lontano dal desiderio di ritirarsi a vita privata, ma studia e lavora ancora oggi con uno sguardo costantemente rivolto verso il presente, ma soprattutto verso il futuro, di cui traccia un quadro profondo e non privo di preoccupazione.

Ecco i passaggi-chiave dell’intervista di Koppel tradotti.

KISSINGER E IL DIALOGO 

Se uno dei suoi assistenti prendesse il telefono, chiamasse Pechino e dicesse ‘Il dottor Kissinger vorrebbe parlare con il presidente Xi’, il presidente risponderebbe alla sua chiamata?
“Ci sono buone probabilità che risponda alla mia chiamata, sì”

E il presidente russo Vladimir Putin?
“Probabilmente sì”

Se un presidente venisse da lei e dicesse: ‘Henry, voleresti a Mosca a parlare con Putin?’
“Sarei propenso a farlo, sì, ma da consigliere, non da persona attiva”

LA GUERRA IN UCRAINA – “Ora che la Cina è entrata nel negoziato, penso che se ne verrà a capo entro la fine dell’anno. “Parleremo di processi negoziali e persino di negoziati reali”.

LA SFIDA CINESE – “Il rientro della Cina nel sistema internazionale sarebbe avvenuto comunque. Non puoi escluderla dal sistema internazionale. Abbiamo un problema, e cioè che tutto questo potrebbe evolversi in una guerra tra due Paesi ad alto livello tecnologico. Ed è qualcosa che richiede con urgenza attenzione. “Ma è un periodo pericoloso questo? “Da questo punto di vista, è un periodo estremamente pericoloso”.

IL “RISULTATO” SUL NUCLEARE – “Uno dei risultati positivi della politica che è stata di fatto perseguita da tutte le amministrazioni americane, di entrambe gli schieramenti, è stato che le armi nucleari non sono state usate per 75 anni, né sono state usate da alcun avversario. E penso che questo sia un risultato”.

IL CONTROLLO UMANO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LA NUOVA CORSA ALLE ARMI  – “In teoria, gli Stati Uniti hanno dichiarato che manterranno e insisteranno sempre sul controllo umano dell’intelligenza artificiale. Dal punto di vista pratico, è impossibile”. “È un obiettivo decisamente auspicabile, ma la velocità con cui agisce l’intelligenza artificiale lo renderà problematico in situazioni di crisi”.

“Affidandoci alla sua risposta, non possiamo ricontrollarla perché non possiamo revisionare tutta la conoscenza che ha acquisito la macchina. Siamo noi che le stiamo dando quella conoscenza. Ma questo sarà uno dei grandi dibattiti. Io ora sto cercando di fare quello che ho fatto con le armi nucleari, richiamare l’attenzione sull’importanza dell’impatto di questa evoluzione”.

“Nelle precedenti corse agli armamenti, si potevano sviluppare teorie plausibili su come prevalere. Oggi è un problema completamente nuovo dal punto di vista intellettuale”.

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