La guerra Russia-Ucraina
Il monito di Kissinger: “È un errore fatale cercare la sconfitta di Putin”
Se vuole la pace Kiev non dovrebbe voler combattere fino alla vittoria. E le forze occidentali che l’appoggiano, se hanno come obiettivo la pace, non dovrebbero cercare la sconfitta della Russia. L’ha detto l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger ieri mattina al World Economic Forum di Davos. “Avviare negoziati prima che si creino rivolte e tensioni che non sarà facile superare” sono state le parole di Kissinger. Dimenticare la posizione di forza che la Russia occupa nel Vecchio continente da secoli sarebbe “un errore fatale” e gli europei non possono perdere i rapporti con Mosca, visti i legami sempre più forti del Cremlino con la Cina comunista di Xi Jinping.
“L’Ucraina dovrebbe rinunciare a una parte del suo territorio per la pace”. “Idealmente, il punto di caduta dovrebbe essere un ritorno alla situazione precedente” l’invasione russa nel Paese. “Continuare la guerra oltre quel punto non riguarderebbe più la libertà dell’Ucraina, ma una nuova guerra contro la stessa Russia”. Furiose reazioni da Kiev. “Il signor Kissinger, permetterebbe di portare via la Polonia o la Lituania con la stessa facilità con cui propone di dare alla Russia parte dell’Ucraina per fermare la guerra?”. Così su Twitter il consigliere del presidente ucraino Zelensky e capo dei negoziatori di Kiev, Mykhailo Podolyak, replica all’ex segretario di Stato americano.
“È un bene che gli ucraini nelle trincee non abbiano tempo per ascoltare gli impanicati di Davos. Sono leggermente impegnati a difendere la libertà e la democrazia” ha scritto sprezzante Podolyak dopo aver pubblicato una foto di una stretta di mano tra Kissinger e Putin. L’allusione lascia attoniti. Kissinger ha 98 anni e ha incontrato chiunque nella sua lunghissima vita politica. Preoccupante che il caponegoziatore dell’Ucraina aggredita che deve trattar la pace con l’aggressore possa pensare che quella foto svilisca le parole di Kissinger. L’intervento dell’ex segretario di Stato è arrivato a Davos il giorno dopo che il Forum aveva fatto da teatro all’ultima mossa a sorpresa di Zelensky. Il presidente ucraino ha lanciato l’idea dell’affare non da poco della ricostruzione con patrocinio estero. Ha proposto che ogni regione ucraina o singoli settori industriali ucraini possano essere affidati, economicamente adottati, da Paesi esteri o da società straniere.
La ricostruzione postbellica ha un valore economico impossibile da stimare, a maggior ragione con la guerra in corso e lontana dal concludersi. Chi ci ha provato a Davos ha parlato di una cifra non inferiore ai 600 miliardi di dollari. Doccia fredda ieri sul piano italiano dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca, Dmitry Medvedev: “E’ un puro flusso di coscienza slegato dalla realtà” e i suoi autori sembrano essersi basati su “giornali provinciali” e “menzogne ucraine”.
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