“Ha ucciso mio figlio e poi è andato a giocare a carte, manco pensava che era una puntata e dopo continuava”. Era lo sfogo in lacrime di Daniela Di Maggio nel giorno dei funerali del figlio Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso senza motivo in piazza Municipio a Napoli la notte del 31 agosto 2023 da un ragazzino di 16 anni. Giogiò, così come veniva chiamato da familiari e amici, quella notte stava festeggiando il compleanno di un amico in compagnia anche della fidanzata e intervenne per difendere un altro amico dopo l’aggressione subita da un gruppetto di giovani per un motorino parcheggiato “male”.

Mamma Daniela, ospite dalla prima serata della 74esima edizione del Festival di Sanremo, in quei giorni andò a palazzo Chigi della premier Giorgia Meloni e in diverse trasmissioni televisivi, tra cui Domenica In condotta da Mara Venier. La sua missione dopo la morte del figlio, che suonava il corno nell’Orchestra Scarlatti Junior di Napoli, è quella di “riformare la legge sull’imputabilità minorile” perché “chi ha ucciso mio figlio deve essere processato come un adulto, il suo è stato un crimine efferato che va pagato senza nessuno sconto di pena. Come non ci sono sconti per il mio ergastolo, cominciato il 31 agosto”.

L’omicidio di Giogiò: ucciso mentre mangiava  un panino

Ma cosa successe la sera del 31 agosto 2023? Cutolo venne ucciso senza motivo da un 16enne dei Quartieri Spagnoli alle 4 del mattino 31 agosto scorso mentre insieme a un gruppo di amici mangiava un panino per concludere una serata di festeggiamenti in occasione del compleanno di uno di loro. Dopo il brindisi di mezzanotte in piazza Bellini, uno dei centri nevralgici della movida partenopea, il gruppo di Giogiò si era spostato in piazza Municipio in uno dei pub-take away aperto anche fino all’alba.

Qui sono finiti nel mirino di una delle tante paranzelle, gruppetti di ragazzi esaltati, esagitati, sempre più spesso armati, che si divertono a molestare e provocare in attesa di una minima reazione pronta a scatenare la follia. E’ andata così quella notte. Prima le provocazioni, poi il tubetto di maionese rovesciato in testa a un amico di Giogiò che ha dato il via alla folle aggressione con tre amici del baby-killer che, sia a mani nude che armati di sgabelli, hanno iniziato ad aggredire il gruppo di ragazzi. Cutolo nell’intervenire in difesa di uno di loro, è stato prima picchiato, davanti anche alla fidanzata, successivamente è entrato in azione il 16enne che senza motivo ha estratto la pistola sparando per ben tre volte: due proiettili hanno raggiunto il petto di Gigiò, un terzo, successivamente, la schiena.

Gli attimi successivi sono stati drammatici: da una parte la paranzella in fuga sugli scooter, dall’altra gli amici che hanno provato a soccorrere il 24enne in attesa dell’arrivo dell’ambulanza e della polizia. Minuti di sofferenza atroce per Cutolo che è spirato prima dell’intervento del 118. Perché a Napoli si muore così, mentre si esce a festeggiare un compleanno o a mangiare noccioline sul lungomare nella zona degli chalet oppure mentre si è in piazza con amici a chiacchierare. Non è retorica ma cruda verità. E i precedenti, nella giornata dell’ultimo saluto nella chiesa del Gesù Nuovo (ore 15) nell’omonima piazza, sono tanti, troppi, con i funerali che ogni volta diventano una vera e propria passerella del dolore, con le istituzioni vicine, nel giorno del lutto, ai familiari salvo poi tornare a latitare nei giorni e nelle settimane successive.

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I funerali di Giogiò, il messaggio della sorella contro Gomorra e Mare Fuori:

Nel giorno dei funerali, il 6 settembre 2023, sono circa 10mila le persone che hanno riempito piazza del Gesù e la chiesa del Gesù Nuovo. In chiesa la sorella Ludovica legge una dura lettera contro le serie tv accusate di destabilizzare le nuove generazioni: “Napoli se tu, non è Gomorra, non è Mare Fuori o il boss delle cerimonie”. Dura anche l’omelia dell’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia, per tutti don Mimmo, nei confronti della politica (rappresentata in chiesa dai ministri Sangiuliano e Piantedosi, al governatore De Luca, al sindaco Manfredi e agli ex ministri Sergio Costa e Roberto Speranza) e delle istituzioni più in generale: “Perdonaci tutti Giogiò, perché quella mano l’abbiamo armata anche noi, con i nostri ritardi, con le promesse non mantenute, con i proclami, i post, i comunicati a cui non sono seguiti azioni, con la nostra incapacità di comprendere i problemi endemici di questa città abitata anche da adolescenti – poco più che bambini – che camminano armati, come in una città in guerra”.

Daniele Di Maggio: “Giogiò è un martire, Napoli cambierà per lui”

All’uscita della bara bianca, accolta da un lungo applauso e omaggiata con l’Inno alla gioia di Beethoven, interpretato dalla sua orchestra, la Scarlatti Young, la madre visibilmente sconvolta, ha urlato “ergastolo, ergastolo” tra gli applausi della folla. Poi in una breve ma intensa intervista rilasciata ai cronisti presenti ha aggiunto: “E’ stato ucciso un ragazzo che aiutava la comunità, avete visto che ha creato mio figlio? Ci vogliono delle pene giuste per dei ragazzi che non possono essere più chiamati ragazzi. E’ andato a giocare a carte dopo che ha ucciso, manco si pensava che era una puntata e dopo continuava la puntata. Ha sparato e poi avrà detto ‘vediamo dopo che succede’”. Basta con questi crimini efferati, si perdono anime stupende e non è possibile”. Chiede scusa perché, comprensibilmente, “agitata e nervosa”. Sull’appello del vescovo Battaglia aggiunge: “Napoli certo che cambierà altrimenti la morte di Gigiò a cosa è servita? Questo ragazzo è un martire, si è immolato per un cambiamento, i napoletani devono risvegliare le coscienze e dobbiamo combattere, combattere. La Napoli bene oggi è tutta qui ad omaggiare mio figlio perché esiste una Napoli che deve vincere su questa Napoli bastarda e schifosa che non ci appartiene”.

 

 

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