Una scelta che potrebbe creare malumori non solo in Parlamento ma anche nella comunità scientifica italiana. Il virologo Giorgio Palù, professore emerito dell’università di Padova e past president delle Società italiana ed europea di virologia, sarà il nuovo presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Sul suo nome c’è infatti l’accordo all’unanimità delle Regioni, che hanno concordato il suo nome da proporre al ministro della Salute Roberto Speranza.

Palù subentra a Domenico Mantoan, diventato direttore generale dell’Agenas. Il virologo tra il 2003 e il 2005 è stato componente del Consiglio superiore di sanità ed è stato anche professore ordinario di Microbiologia e Virologia e preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Padova.

LE CONTROVERSIE – Ma il nome di Palù è legato anche ad alcune controversie sul Coronavirus. Con lo scoppiare dalla pandemia di Sars-Cov-2 il prossimo presidente di Aifa si è reso protagonisti di alcune uscite in netta controtendenza rispetto alla comunità scientifica italiana, e non solo.

Il 18 settembre scorso, intervistato da AdnKronos Salute, Palù disse che restava “ancora piedi, accanto a quella di un’origine naturale, l’ipotesi che Sars-CoV-2 sia uscito da un laboratorio”, tesi cara ai complottisti di mezzo mondo.

Altre parole discusse furono quelle rilasciate in una intervista al Corriere della Sera del 23 ottobre scorso, in cui sosteneva che “il 95% dei casi positivi al Sars-Cov-2 sarebbero asintomatici e quindi non si possono definire malati”. Peccato che i numeri di Palù fossero già smentiti dai report ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità datato 17 ottobre, quindi solo 5 cinque giorni prima dell’intervista: gli asintomatici erano ufficialmente il 55% dei casi, i paucisintomatici il 17%, i lievi il 24% e i severi/critici il 4%.

Passiamo quindi al 26 ottobre e all’intervento di Palù in tv, durante la  trasmissione Quarta Repubblica, dove il presidente di Aifa disse che “c’è più rischio di morire di lockdown, di chiusura, di fame che di Covid-19”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.