Il repubblicanissimo Ron DeSantis vince e fa il bis da governatore della Florida battendo senza timori di riconteggi il democratico Charlie Crist e consolidando l’identità nel secondo stato repubblicano più popoloso d’America. “Negli ultimi quattro anni abbiamo assistito a grosse sfide per la gente del nostro Stato, per i cittadini degli Stati Uniti e soprattutto per la libertà”, ha dichiarato DeSantis durante il discorso della vittoria: “Abbiamo scelto i fatti invece che la paura, l’istruzione invece che l’indottrinamento, legge e ordine invece che sommosse e disordine. La Florida è stata il rifugio dell’integrità mentale quando il mondo è impazzito. Siamo diventati una cittadella della libertà per la gente di questo paese e del mondo”.

Alle 19 ora della costa est, poco più di un’ora dopo la chiusura delle urne, le proiezioni lo avevano già dato con un vantaggio schiacciante che ha sfiorato il 60% delle preferenze. “Una vittoria storica”, il commento di DeSantis, a pochi minuti dai primi exit poll. “Abbiamo fatto promesse alla gente della Florida e le abbiamo mantenute”, ha continuato parlando dalla sede centrale della sua campagna elettorale a Tampa, “e oggi, dopo quattro anni, la gente ha reso noto il suo verdetto: la libertà è qui per rimanere”.

DeSantis ha dominato il voto popolare anche grazie al supporto degli elettori ispanici, vincendo persino nella contea di Miami-Dade con il margine più ampio per un candidato repubblicano negli ultimi 40 anni. “È evidente che in queste elezioni abbiamo avuto un cospicuo numero di voti di persone che non avevano scelto me la volta scorsa”, aggiungendo di essere “onorato” di essersi guadagnato la loro “fiducia e il loro supporto in questi quattro anni”.

Non è mancato l’attacco al presidente in carica Biden: “Gli americani negli ultimi anni hanno votato con i piedi e i risultati di tale comportamento sono stati tanto estremi quanto la nostra vittoria schiacciante di oggi”, riferendosi anche a Stati e città governati dai “leftist”, che hanno visto “uno spaventoso incremento del crimine, tasse alle stelle, autoritarismo medico e abbandono dei valori americani fondamentali”.

Il volto nuovo del ‘grande vecchio partito’ e probabilissimo unico legittimo rivale del Tycoon alle primarie repubblicane del 2024, è stato definito dal Financial Times: “Un Trump con cervello e senza drammi”. Nato come giovane in ascesa spinto da Trump che lo aveva recentemente definito ‘Ron DeSanctimonious’ mentre descriveva (e denigrava) i risultati al poll dei suoi avversari alla poltrona della Casa Bianca nel 2024, DeSantis si è guardato bene dall’assicurare agli abitanti della Florida la sua permanenza per tutto il termine del mandato da governatore. Se, secondo i sondaggi, DeSantis sarebbe il candidato di gran lunga favorito in assenza di Trump, il vantaggio dell’ex presidente in un’eventuale corsa contro il suo ex-protegé alle primarie sembra essersi ridotto.

Descritto come il candidato giovane, forte, preparato, carismatico e intelligente che i repubblicani non pro-Trump voterebbero, DeSantis si presenta come un cristiano rispettabile con una famiglia da copertina. Nel 2018 Trump, offrendogli il suo supporto lo aveva definito “un leader brillante e giovane”, ma nel 2022 non ha partecipato alla campagna di riconferma del governatore e non l’ha invitato al suo comizio organizzato a Miami per il senatore Rubio, che a sua volta ha vinto al Senato.

Trump è passato dal definirlo in passato suo “grande amico”, all’appellativo rubato da conversazioni private con cui lo ha bollato ultimamente, ovvero “ingrato”. Chissà se il Tycoon, uomo di televisione, ha voluto ‘copiare’ il nostrano Pippo Baudo quando, commentando con il suo team mentre monitorava l’ascesa del governatore nei sondaggi, ha detto: “L’ho creato io”. Sembrerebbe che i due ex-alleati non si parlino da tempo.

DeSantis si è laureato con lode a Yale, università Ivy league in cui era il capitano della squadra di baseball, è stato uno studente modello alla Harvard Law School e si è anche guadagnato una stella di bronzo per meriti militari. Deputato della Camera dei Rappresentanti della Florida dal 2012 e fautore di un’intensa lotta contro l’amministrazione Obama, si dimise nel 2018 per concentrarsi sulla campagna elettorale per le elezioni governatoriali. Durante il suo primo mandato da governatore, DeSantis si è trasformato in paladino dell’estrema destra. Apprezzato da molti per la sua politica anti-restrizioni e anti-obbligo di mascherina dopo i primi mesi di pandemia, il governatore ha vietato alle scuole di insegnare la ‘critical race theory’, teoria basata sul presupposto che la disuguaglianza tra le etnie sia sistemica e, quindi, parte integrante della società americana e del suo sistema di giustizia criminale.

Oltre ad aver vietato l’uso di alcuni libri che contenevano elementi della teoria critica della razza e “indottrinavano gli studenti”, DeSantis ha firmato una legge che limita le discussioni su orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole pubbliche dall’asilo alle elementari, definita dai critici ‘Don’t say Gay bill’. In risposta alla presa di posizione della Disney contro tale legge, il governatore ha eliminato il distretto auto-governato dal colosso dell’intrattenimento a Orlando, mettendo fine ai privilegi fiscali e allo status speciale della World Disney Company.

Nella tempesta provocata dalla decisione della Corte Suprema contro la sentenza Roe v. Wade, DeSantis ha istituito il divieto di aborto dopo le 15 settimane di gravidanza, senza eccezioni in caso di stupro o incesto. Paladino della lotta all’immigrazione clandestina, quest’anno ha subito aspre critiche per aver organizzato due voli che hanno portato migranti venezuelani dal Texas a Martha’s Vineyard: per prevenire il loro arrivo in Florida, il governatore ha “affrontato il problema alla radice”, trasportando i migranti nell’isola che è ormai un baluardo democratico, frequentata dalle potenti élite americane liberali. Il Dipartimento del Tesoro sta effettuando un’investigazione sul potenziale utilizzo improprio di fondi federali da parte di DeSantis per finanziare i voli. Preoccupato per l’incremento spropositato del debito pubblico, il governatore è a favore di sanzioni più dure contro la Russia; al contrario, Trump ha suggerito all’Ucraina di scendere a patti con Putin. Quest’anno, DeSantis ha anche istituito l’Ufficio dei Crimini Elettorali e della Sicurezza per investigare sulle irregolarità di voto. Alcuni ex carcerati sono stati arrestati per frode per aver votato pur non avendone il diritto.

Riccardo Annibali

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