Nessuna onda rossa. Sondaggi smentiti nelle elezioni di Midterm (metà mandato) americane. In ballo c’era il controllo di 435 seggi della Camera (dove hanno avuto la meglio i repubblicani), di 35 seggi su 100 al Senato (dove è in corso un testa a testa) e dell’elezione di 36 su 50 governatori.

Gli sconfitti, paradossalmente, sono sia Joe Biden che Donald Trump. Il presidente Usa, che il prossimo 20 novembre compirà 80 anni, era dato in forte calo dopo i primi due anni di mandato ma non è stato travolto dall’onda rossa. Incassa la sconfitta alla Camera che passa, per pochi seggi, ai repubblicani e adesso dovrà negoziare con l’opposizione nel Congresso e, più in generale, dovrà aprire un dialogo con la parte moderata dei repubblicani. Inoltre dovrà tenere in forte considerazione l’ascesa dei progressisti “blue” nel partito dei democratici.

L’ex presidente Trump invece dopo le elezioni di Midterm non potrà dare per scontata la sua ricandidatura alle presidenziali del novembre 2024, soprattutto dopo la vittoria del rivale conservatore Ron DeSantis in Florida. Tra i conservatori si preannuncia una sfida ad alta tensione alle prossime primaria con Trump che annuncerà il 15 novembre la sua ricandidatura, la terza consecutiva, per la corsa alla Casa Bianca. “DeSantis si candida per il 2024? Gli dico di evitare, so su di lui cose poco lusinghiere”, ha minacciato Trump denunciando anche delle frodi nelle urne in diversi Stati.

Al Senato sarà probabilmente decisiva la sfida nello stato della Georgia dove si andrà al ballottaggio e si dovrà aspettare dunque il 6 dicembre prossimo per sapere quale partito avrà la maggioranza. La legge dello stato americano, così come accade anche in Italia, prevede il ballottaggio in caso nessun candidato raggiunga la maggioranza del 50% dei voti.

La presidente della Camera Nancy Pelosi è cautamente ottimista. “Anche se molte gare rimangono ancora troppo serrate (too clode to call), è chiaro che i membri e i candidati democratici alla Camera stanno superando di gran lunga le aspettative in tutto il Paese”, ha affermato Pelosi, rieletta al Congresso per il diciannovesimo mandato consecutivo, ma se i repubblicani prenderanno il controllo della Camera -come dettato dalle prime previsioni- Pelosi perderà la sua posizione di speaker.

Il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy, non ha dubbi: “E’ chiaro che ci prenderemo la maggioranza”, anche se in diversi stati la situazione è ancora “too close to call”. Oltre a Nancy Pelosi, alla Camera anche la dem Whitmer è stata confermata in Michigan. Trump si rifà in Ohio con la vittoria quasi certa di Vance e nello Utah dove verrà rieletto Mike Lee.

Al Senato la partita è ancora apertissima. Assegnati fin qui 48 seggi a testa, la maggioranza è fissata a 51 e con tutta probabilità si dovrà aspettare il ballottaggio del 6 dicembre in Georgia, dove i due candidati Warnock e Walker sono separati da una manciata di voti. Gli altri stati in bilico sono Arizona, Wisconsin e Nevada. In questi primi due anni, del resto, Biden poteva contare su una maggioranza debolissima: 50 seggi ciascuno per democratici e repubblicani con il voto decisivo della vicepresidente Harris.

In 39 Stati, inoltre, si è votato per eleggere il governatore. Il repubblicano DeSantis viene confermato governatore in Florida con un plebiscito, mentre la democratica Maura Haley è la prima donna omosessuale a diventare governatrice del Massachusetts. Il dem afroamericano Moore trionfa in Maryland, vittoria di Fetterman sul trumpiano Oz per il seggio al Senato della Pennsylvania, mentre a New York vengono confermate come da pronostico Hochul e James.

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Redazione

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