L'azzurro 21enne di Schio ha toccato in 51"60
Chi è Thomas Ceccon, il nuovo fenomeno del nuoto italiano: oro e record nei 100 dorso
Quella di Thomas Ceccon è un’impresa storica. E non solo per lo sport e il nuoto italiano. L’atleta veneto ha riscritto ieri il record del mondo nei 100 metri dorso, medaglia d’oro ai mondiali di Budapest. “Oggi non avevo rivali, non mi aspettavo questo tempo”, ha detto a caldo l’atleta ai microfoni della Rai. “Devo ancora realizzare, 51″60 è molto molto forte. Bastava fare la gara di ieri tenendo gli ultimi 15 metri e l’ho fatto, ma non mi aspettavo questo tempo”.
Prestazione stratosferica da parte del 21enne di Schio che in 51″ e 60 ha polverizzato il record dello Statunitense Ryan Murphy, che durava dei Giochi Olimpici di Rio del 2016, arrivato proprio alle spalle di Ceccon con un argento sui 51″ e 97. Statunitense anche il bronzo, Hunter Armstrong, a 51″98. Già domenica, durante le semifinali alla Duna Arena di Budapest, si era capito che sarebbe successo qualcosa di speciale in vasca con la crono a 52″12. Ceccon in finale ha nuotato a 25″14 ai 50 metri e al ritorno in 25″46.
La nuova stella del nuoto italiano è nata il 27 gennaio del 2001. Si era definito “pecora nera” di un gruppo fantastico, forse il più forte di sempre a suo dire. Figlio di un calciatore e di una pattinatrice, ha fatto sport fin da piccolo. Con il fratello Efrem giocavano a tennis. Sono passati al nuoto perché con i capelli lunghi, che non volevano tagliare, faceva troppo caldo. È tesserato per l’Asd Leosport/Fiamme Oro. Ha vinto il bronzo mondiale nella 4×100 sl, i bronzi europei a Budapest 2020 (4×100 sl, 4×100 misti e 4×100 sl mista). A livello giovanile, Ceccon aveva conquistato l’oro nei 50 stile libero alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires 2018 (anche argento nei 50 dorso e 200 misti, bronzo nei 100 dorso e 4×100 sl) e aveva vinto l’oro nei 100 dorso ai Mondiali giovanili del 2019.
Con il suo record ha cancellato il tabù italiano nel dorso che finora aveva visto solo Stefano Battistelli sul podio iridato con l’argento nei 200 dorso a Perth 1991, emulato ai Mondiali di Roma 1994 da Lorenza Vigarani. Il suo allenatore è Alberto Burlina. Ha detto che non vorrebbe cambiarlo mai. Si ispira al tennista Rafael Nadal e al combattente di MMA Conor McGregor. Ai tempi della maturità, per partecipare all’Olimpiade era pronto a lasciare la scuola. I Giochi vennero però posticipati e lui riuscì a diplomarsi. “Io la scuola l’ho sempre odiata, ci arrivavo stanco, mi distraevo e mi sgridavano, un incubo”. È single, si è lasciato da un mese e mezzo con la fidanzata.
“Il record del mondo in Italia l’hanno fatto 4 atleti forse, è un ‘achievement’ che per la carriera di uno sportivo è tanta roba – ha detto l’azzurro ai microfoni della Rai -. Oggi gli americani sono andati molto forte, Murphy si nasconde sempre e poi in finale tira fuori quello che non ha. L’altro ragazzo (Armstrong, ndr) ha la mia età e sapevo che poteva andare forte. La gara di ieri mi ha dato tanta sicurezza, oggi non dico che sapevo di vincere ma secondo me non avevo rivali. L’emozione? Sinceramente non lo so, non ne ho idea. Poi ovviamente oggi mancavano i due russi, sarebbe stata una sfida ancora maggiore. L’obiettivo non è questo, è più in alto, ma già così sono contento“.
Dalle Olimpiadi di Tokyo dell’anno scorso era tornato a casa con due medaglie, entrambe in staffetta, argento nella 4×100 e bronzo nella mista. È arrivato ai mondiali in Ungheria dopo non pochi contrattempi. “Ho saltato la mia classica preparazione, ho deciso di gareggiare nella Isl, la lega privata, fino a dicembre, quindi ho messo meno chilometri all’inizio. Poi a febbraio ho avuto il Covid: un paio di giorni di raffreddore, pensavo tutto ok, ma per mesi non sono stato più io. Lavoravo duramente, ma facevo tempi che non ho mai fatto in vita mia. Agli Assoluti sono arrivato solo sesto nei 100 stile, quindi quella gara qui a Budapest non la farò”, aveva detto a Il Corriere della Sera.
A descrivere e celebrare sulle pagine del quotidiano spagnolo El Pais l’impresa di Ceccon l’esperto di biomeccanica Raul Arellano. “Ha nuotato con una frequenza straordinariamente bassa. È un evento molto raro ed è dovuto a una tecnica eccezionale“, si legge sul giornale iberico. “Ceccon ha mantenuto sangue freddo. Contro ogni logica di biomeccanica e fisiologia, che costringono i nuotatori ad aumentare la frequenza dei colpi quando la fatica determina una maggiore immersione del corpo in acqua, l’italiano ha dato 34 bracciate nei primi 50 metri e solo 33 nel secondo, quando la logica avrebbe voluto che fossero 35 o 36“. Un articolo che celebra la scuola di nuoto italiana: “L’impresa di Ceccon non sembra casuale. Lo ha dimostrato Nicolò Martinenghi con l’oro nei 100 rana. L’Italia è il paese europeo che più resiste alla supremazia degli Stati Uniti. E riesce a farlo grazie ai suoi velocisti fenomenali. A differenza della Spagna, dove ogni individuo sfrutta le proprie possibilità, gli italiani hanno creato una vera squadra“.
La giornata di ieri resterà indimenticabile nella storia del nuoto italiano: oltre al record d’oro di Ceccon anche Benedetta Pilato ha compiuto l’impresa con l’oro nei 100 rana mentre Giorgio Minisini e Lucrezia Ruggiero sotto il solleone di Budapest si sono laureati campioni del mondo del misto tecnico del nuoto sincronizzato.
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