Probabilmente non esiste qualcuno che almeno una volta non abbia canticchiato un motivetto delle sue canzoni o non abbia fatto ‘la mossa’ all’indietro. Raffaella Carrà ha lasciato un’eredità culturale, musicale e sociale che ha cambiato l’Italia. E probabilmente resterà impressa anche nell’immaginario delle generazioni future. Raffaella Carrà è morta il 5 luglio 2021 ma la sua figura resterà per sempre immortale, non solo per gli italiani.

È stata definita la “Regina della televisione italiana”: presente costantemente in TV dalla fine degli anni ’60 fino agli ultimi giorni. Raffaella Carrà è stata anche un’icona della musica, celebre in Italia e Spagna soprattutto ma non solo. Ha venduto oltre 60 milioni di dischi e ha dichiarato di possedere 22 dischi tra platino e oro.

Prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero, Raffaella Carrà era anche un‘icona della musica leggera, riscontrando grandi consensi anche all’estero, soprattutto in Spagna e in America Latina. Nel 2020 il quotidiano britannico “The Guardian” ha incoronato Raffaella Carrà come sex symbol europeo, definendola “l’icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso”. Merito anche del “Tuca tuca”, il balletto con movenze sexy che ruppe un tabù nella Rai del 1971. E per le sue canzoni ironiche e lievemente trasgressive era da tempo anche un‘icona del mondo gay.

Gli esordi di Raffaella Carrà

Nasce a Bologna da padre romagnolo e madre siciliana. Il suo nome all’anagrafe era Raffaella Maria Roberta Pelloni. Da bambina crebbe guardando e amando al TV, suo primo grande amore, con il Musichiere, imparando a memoria titoli, balletti e ritornelli delle canzoni. A soli otto anni lasciò la riviera romagnola per proseguire gli studi direttamente a Roma, prima presso l’Accademia Nazionale di Danza, fondata dalla ballerina russa Jia Ruskaja, poi al Centro sperimentale di cinematografia. Dopo poco la sua prima apparizione in TV in un film di Mario Bonnard Tormento del passato (1952).

Il cambio di nome in Carrà

Negli anni 60 il successo diventava sempre più travolgente e Raffaella decise di accettare il consiglio del regista Dante Guardamagna a crearsi un nome d’arte che risuonasse più semplice per il pubblico. Così Raffaella Maria Roberta Pelloni diventò semplicemente Raffaella Carrà. Fu il regista stesso a suggerirgliene uno: appassionato di pittura, associò il suo vero nome, Raffaella, che ricorda il pittore Raffaello Sanzio, al cognome del pittore Carlo Carrà.

Il successo televisivo negli anni ’70: lo scandalo dell’ombelico scoperto

Nella stagione 1969-1970 arrivò il successo televisivo, nello spettacolo Io, Agata e tu (con Nino Taranto e Nino Ferrer), in cui Carrà lanciava un nuovo stile di showgirl, scattante e moderna. Nell’autunno dello stesso anno fu al fianco di Corrado in Canzonissima, dove diede scandalo per l’ombelico scoperto mostrato nella sigla d’apertura Ma che musica maestro!, che raggiunse le vette delle classifiche, vendendo 200 000 copie. Forse grazie a quell’ombelico scoperto la trasmissione raggiunse il picco massimo di ascolti: diventò la stella della TV italiana.

La censura del Tuca Tuca

Nel 1971 Raffaella Carrà era ancora alla conduzione di Canzonissima. E tirò fuori un altro “scandalo” che fece infuriare i vertici Rai che la censurarono: il “Tuca Tuca” con tanto di balletto giudicato troppo audace e provocatorio. Solo dopo l’esibizione insieme con Alberto Sordi, il ballo superò le censure e le polemiche iniziali, diventando un autentico fenomeno popolare. Seguì poi, nel 1974, Milleluci, presentato al fianco di Mina che la consacrò definitivamente come volto della TV italiana.

In quegli anni Raffaella iniziò anche a puntare sulla musica con quelli che poi sarebbero diventati i più grandi successi di sempre: A far l’amore comincia tu, Fiesta, Rumore, Ballo Ballo e Pedro.

I programmi televisivi di Raffaella Carrà

Poi vennero gli anni ’80 e i fortunati successi di programmi TV come Fantastico, Millemilioni, Pronto Raffaella. Dopo un brevissimo periodo, di due anni, in Fininvest, Raffaella torna a ‘casa’ in Rai negli anni Novanta dove raccoglie di nuovo successi straordinari con Carramba! Che sorpresa, inventato insieme a Sergio Japino e nel quale Raffaella coinvolgeva in diretta gli ospiti e il pubblico in sala in sorprese e incontri inaspettati con persone care che non vedevano da molto tempo, architettati insieme a un complice. Il tutto alternato a momenti di spettacolo e la presenza di grandi ospiti, italiani e internazionali.

Poi ancora tanta televisione, non solo in Italia ma anche in Spagna, dove rimane per quattro anni diventando una delle donne più amate della televisione grazie, anche, al suo Hola Raffaella. Poi il ritorno in Italia nel 1995 riproponendosi con successo in Carramba! Che sorpresa (1995-97 e 2002), trasmissione ispirata al varietà britannico Surprise, surprise.

Ha quindi continuato a raccogliere consensi presentando Carramba! Che fortuna (1998-2000 e 2008) e Segreti e bugie (1999), sempre su Raiuno.
Una sola volta fu alla conduzione del Festival di Sanremo, nel 2001, affiancata da Piero Chiambretti, Enrico Papi, Megan Gale e Massimo Ceccherini. Nel 2004 il programma Sogni, mentre dedicato alle adozioni a distanza è stato Amore del 2006.

I grandi amori di Raffaella Carrà

Il suo cuore è stato “vagabondo”, come cantava in una sua canzone. Sono state due le storie d’amore più importanti: quello con Gianni Boncompagni e con Sergio Iapino che ha avuto il triste compito di annunciarne la morte.

Con Gianni Boncompagni la love story durò 11 anni. Celebre autore televisivo e artefice anche dei suoi maggiori successi musicali, si conobbero a Roma nel 1968 grazie ad una intervista realizzata in piazza di Spagna, ma la relazione iniziò l’anno seguente, “con calma”, come rivelò Raffaella in una intervista del 2012, anche perché la madre di lei non vedeva di buon occhio Boncompagni, ‘reo’ di essere 9 anni più grande della showgirl e di essere già separato con tre figli.

Col rapporto con Boncompagni Raffaella era diventata di fatto ‘mamma’ dei bambini dell’autore televisivo, Claudia, Paola e Barbara. Quest’ultima aveva raccontato al Corriere che “per noi è stata un po’ una mamma, quella che ci era mancata”. Il rapporto invece con Gianni era diventato più complicato a causa degli impegni lavorativi, anche perché gli anni Settanta sono stati quelli del primo ‘boom’ nella carriera di Raffaella: costanti viaggi in Sudamerica e Spagna, mesi trascorsi fuori casa e “un rapporto, in queste condizioni, fatalmente cambia”, aveva raccontato Raffaella.

In effetti la relazione sentimentale tra i due termina nel 1980, ma non il sodalizio lavorativo che, al contrario, continuerà anche negli anni successi. Insieme infatti, grazie ad una profonda amicizia, firmeranno altri programmi di successo, in particolare ‘Pronto, Raffaella?’ dal 1983 al 1985, che permetterà alla Carrà di vincere titolo di Personaggio televisivo femminile a livello europeo consegnato dalla European TV Magazines Association nel 1984.

La relazione con Sergio Iapino invece durò 17 anni. L’amore nascerà nel 1981, quando il regista, autore televisivo e coreografo italiano era un semplice assistente coreografo di Gino Landi per la trasmissione ‘Millemilioni’. In una intervista concessa a TV Sorrisi e Canzoni raccontò il colpo di fulmine tra i due: “Facevo pure il ballerino ma un po’ meno, perché dovevo guardare gli altri e insegnare loro i movimenti. Avevo con lei un romantico passo a due per insegnarlo a un altro. Accadde lì: ci siamo guardati negli occhi ed è scattata la scintilla”.

La storia tra i due terminò dopo 17 anni, nel 1997, alla vigilia della messa in onda del programma ‘Furore’ che i due avevano scritto insieme. A chiarire la fine del rapporto fu la stessa Raffaella dopo che Iapino venne paparazzato in compagnia di una corista del programma ‘Tira e molla’. “Oggi sarei libera di amare chi voglio in tutta chiarezza perché da tempo Sergio Japino ed io abbiamo deciso di dividere le nostre strade pur rimanendo profondamente legati”, scrisse in una lettera inviata al direttore di Novella2000, che aveva pubblicato le foto di Raffaella in compagnia di un dentista romano, storia subito smentita.

Raffaella Carrà non aveva avuto figli ma di figli – diceva sempre lei – ne aveva a migliaia, come i 150mila fatti adottare a distanza grazie ad ‘Amore’, il programma che più di tutti le era rimasto nel cuore.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.