Fine della dottrina Mitterand, si è scritto, con l’arresto in Francia di sette ex terroristi di sinistra per i quali l’Italia aveva chiesto l’estradizione. Altri tre sono ancora in fuga. Gli arrestati: Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, delle Brigate Rosse, Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. Un’operazione condotta dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e con l’Antiterrorismo della Polizia italiana e con l’esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.

Una questione che si è sbloccata a inizio aprile con il colloquio tra la ministra della Giustizia Marta Cartabia e l’omologo francese Eric Dupond-Moretti. Per tutti gli arrestati si ferma il corso della prescrizione. L’operazione chiamata “Ombre Rosse”. Dei 7 fermati, quattro hanno una condanna all’ergastolo: Capelli, Petrella, Tornaghi e Manenti. Per Alimonti e Calvitti, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Pietrostefani deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni.

La nota del Presidente del Consiglio Mario Draghi: “Il governo esprime soddisfazione per la decisione della Francia di avviare le procedure giudiziarie, richieste da parte italiana, nei confronti dei responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta. La memoria di quegli atti barbarici è viva nella coscienza degli italiani. A nome mio e del governo, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime”.

I tre in fuga e ancora ricercati sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura. Bergamin è tra gli ideologi dei Pac, il gruppo armato del quale ha fatto parte anche Cesare Battisti, arrestato in Bolivia. Bergamin è stato condannato per due omicidi, tra cui quello del macellaio Lino Sabbadin. Di Marzio è un ex brigatista e partecipò al tentativo di sequestro del poliziotto Nicola Simone. Per lui il 10 maggio scatta la prescrizione. Raffaele Ventura è stato condannato insieme ad altri 8 per l’omicidio del vice brigadiere Antonino Custra il 14 maggio del 1977 a Milano, durante una manifestazione indetta dalla sinistra extraparlamentare.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.