Attesa per l'ordinanza del Ministero
Colori delle regioni, come cambiano dal week end: Umbria in zona rossa, Toscana e altre due verso l’arancione
Non solo l’attesa per quello che sembra l’ormai vicina proroga del decreto che vieta lo spostamento tra regioni, anche in zona gialla. Se il governo dimissionario, dopo il confronto con le Regioni, appare intenzionato a firmare forse anche domani un “decreto ponte” per prorogare al 5 marzo il divieto, convocando un Consiglio dei Ministri ad hoc in accordo col premier incaricato Mario Draghi, cresce l’attesa anche per capire in quali colori sarà divisa l’Italia dal prossimo week end.
Quello che appare ormai certo è che la Toscana, in virtù dei dati in costante peggioramento da ormai due settimane e di un incide Rt che già la scorsa settimana era di 1,09 (con un intervallo di confidenza che va da 1,04 a 1,15), passerà in zona arancione. Ciò implicherà per i toscani la chiusura dei ristoranti a pranzo, così come dei musei, solo per fare un esempio.
Chi invece è passato o passerà in zona gialla sono Puglia e Sicilia: la prima è tornata gialla da oggi, dopo il ricalcolo dei posti letto di terapia intensiva. Le Regione guidata dal presidente Nello Musumeci dovrebbe tornare in zona gialla a partire da domenica e il presidente si è già portato avanti, anticipando l’intenzione di chiedere al governo centrale una deroga per aprire bar e ristoranti nel week end di San Valentino e dare così una “boccata d’ossigeno” agli operatori del settore.
Rischiano il processo inverso altre regioni. L’Umbria guidata dalla leghista Donatella Tesei ha già adottato in autonomia una ordinanza che impone la zona rossa a tutta la provincia di Perugia e a sei piccoli comuni del ternano già da lunedì 8 febbraio: il rischio per la regione è che dal 15 febbraio possa essere collocata interamente in zona da lockdown, anche se i valori dell’ultimo monitoraggio nazionale la collocavano ancora in fascia arancione.
Sfioravano l’1 nell’indice Rt, con rischio complessivo moderato, regioni come Abruzzo e Friuli Venezia Giulia. Ad ammettere il rischio di un passaggio in arancione è stato anche il presidente abruzzese Marco Marsilio: “Le proiezioni sui dati trasmessi a Roma per il report settimanale mostrano un forte incremento dell’indice Rt, che oscilla intorno a 1,20 e comunque con un valore minimo intorno o superiore a 1,10. Con questi dati, la Cabina di Regia non potrà che classificare l’Abruzzo in zona arancione”. Resta invece fiducioso il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga, che ha sottolineato: “La settimana si caratterizza per il mantenimento della zona gialla con un calo dei contagi, dei focolai e dei parametri che riguardano l’ospedalizzazione nei reparti ordinari e nelle terapie intensive”.
Infine il piccolo Molise, con la regione guidata da Donato Toma costretta a varare una zona rossa in 27 comuni per la presenza della variante inglese del Covid-19, misure restrittive che potrebbe allargarsi nelle prossime ore ad almeno altri cinque comuni e che potrebbero spingere il Ministero a decretare la zona arancione.
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