A quattro giorni dalla scadenza del divieto di spostamento tra regioni, continua l’incertezza sulle nuove disposizioni che potrebbero allentare la misura e consentire di scavalcare almeno tra regioni gialle, anche alla luce delle consultazioni per la formazione di un nuovo esecutivo che rischia di far passare in secondo piano la questione. Contatti informali tra governo uscente ed entrante ci sono già stati e tutti sembrano ritenere che non ci siano le condizioni per una riapertura.

La Conferenza delle Regioni, tramite il suo presidente Stefano Bonaccini, ha fatto sapere che il suo orientamento è di richiedere di “prorogare il disegno di legge che vieta gli spostamenti da una Regione all’altra, anche per la zona gialla“. Una proroga che appare scontata non solo per il comune orientamento di Regioni e Governo, ma anche per i numeri: impossibile pensare ad un allentamento dopo il bollettino di ieri, che conta ancora 12.956 casi. Anche i decessi, che sembravano in discesa, oscillano adesso tra i 300 e gli oltre 400 al giorno.

Resta solo l’incognita, non da poco, su chi sarà il presidente del Consiglio che apporrà formalmente la firma sulla proroga del decreto.

Quanto alla proroga, l’attuale ministro della Salute, Roberto Speranza, vorrebbe prorogare le misure restrittive di almeno una settimana, fino al 22 febbraio. Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, confermando l’orientamento della Conferenza delle Regioni di richiedere la proroga del decreto che vieta gli spostamenti tra Regioni anche per la zona gialla, ha avanzato l’ipotesi che possa essere protratto “alla data di scadenza del Dpcm in vigore fino al 5 marzo, allineando così tutte le scadenze relative alle misure restrittive per l’emergenza Covid-19″.

Sulla questione date l’ipotesi più probabile è proprio quella avanzata da Boccia: già domani il governo dimissionario di Giuseppe Conte, in accordo col premier incaricato Mario Draghi, potrebbe tenere un Consiglio dei Ministri per varare un decreto ad hoc e prorogare al 5 marzo il blocco degli spostamenti tra le Regioni.

Domani è invece atteso il nuovo monitoraggio dei dati regione per regione che potrebbe portare a cambiamenti di fascia di colore a seconda dei contagi. L’Umbria potrebbe passare dalla zona arancione a quella rossa, e la Toscana dalla gialla alla arancione.

Intanto da lunedì scade l’obbligo di chiusura degli impianti sciistici nelle regioni gialle. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha dato il via libera alla riapertura degli impianti con una capienza ridotta al 30%. “Fosse per me non riaprirei le stazioni sciistiche”, è il parere di Fabrizio Pregliasco, che fa parte della task force regionale anti-Covid, ma né il governo Conte né quello in formazione si sono ancora espressi sul tema.

Il Cts ha dato parere positivo all’apertura, tranne che per le piste dell’Alto Adige e di quelle dell’Etna: si potrà sciare con la mascherina, il numero di skipass non potrà superare al 30% della capacità degli impianti e le seggiovie potranno andare al 50% se chiuse, oppure al 100% ma soltanto se aperte.

Quanto al Dpcm con le misure anti-Covid, in scadenza il 5 marzo, è un secondo tema che vede le Regioni già “in movimento”. Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ha spiegato infatti che “al nuovo Governo chiederemo un incontro una discussione a 360 gradi sul nuovo Dpcm, per valutare le possibili graduali riaperture di alcune attività nel rispetto di tutti i protocolli di prevenzione”.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.