Con l’attuale andamento dell’epidemia di Coronavirus in Italia “si prevede si possano raggiungere entro Natale 30.000 contagi al giorno”, una situazione “non piacevole che potrebbe determinare ulteriori effetti di appesantimento dell’assistenza sanitaria, siamo in una fase crescente”.

È questa la previsione formulata da Lorenzo Pregliasco, direttore sanitario dell’Ircss Istituto Ortopedico Galeazzi e virologo dell’Università degli Studi di Milano, ospite questa mattina di Agorà su Rai3. Un andamento che potrebbe corrispondere “a circa 200-250 morti al giorno, secondo i modelli matematici”, ha spiegato ancora Pregliasco. Numeri ben più alti di quelli attuali, dato che negli ultimi 14 giorni ‘solo’ in tre occasioni si è superato quota cento.

Ogni contatto interumano – ha sottolineato Pregliasco – ha una probabilità di rischio, e di contatti ne abbiamo tanti grazie alla vaccinazione”. L’alternativa secondo il virologo “è il lockdown, che si è dimostrato esser efficace”.

Pregliasco è tornato anche sul tema dell’obbligo vaccinale: “L’obbligatorietà è simbolica, non potremmo andare a vaccinare forzosamente le persone, quindi è chiaro che uno zoccolo duro di non vaccinati rimarrà. Un compromesso accettabile è un green pass che sia più stringente dell’andamento epidemiologico, perché queste ondate di contagi ci saranno ancora per lungo tempo. Il nodo è ottenere una convivenza migliore possibile col virus, anche grazie ai farmaci. Ma i farmaci non sono un’alternativa che può sostituire i vaccini”.

VACCINO AI BAMBINI – Quindi un doveroso passaggio sul vaccino ai bambini sotto gli undici anni di età, che sarà disponibile a partire da giovedì 16 dicembre anche in Italia. Secondo Pregliasco “c’è un focus esagerato sugli eventi avversi. Invece la casistica su 4 milioni di bambini vaccinati negli Stati Uniti, mostra addirittura dati di sicurezza maggiori di quanto osservato negli adolescenti”, ha sottolineato il virologo ospite di Agorà.

Quanto all’importanza di vaccinare i più piccoli Pregliasco ha aggiunto: “La variante delta infetta i bambini più di altre varianti perché riesce a agganciare i loro recettori, diversamente dal virus originale. Sappiamo che l’1% va in ospedale, uno su 3.000-4000 ha sindrome infiammatoria multi sistemica, un terzo ha long Covid, insomma non è una passeggiata. Le possibili conseguenze sono molto più basse rispetto a quelle che possono interessare i nonni ma non si può dire neanche siano irrilevanti“.

IL DIALOGO CON I NO VAX – Pregliasco che ha quindi raccontato anche il suo ‘esperimento sociale’ compiuto sabato 11 dicembre, quando il virologo ha partecipato alla manifestazione no Green pass all’Arco della Pace di Milano per “capire” le istanze dei manifestanti e tentare di convincere qualcuno alla vaccinazione.

Ho visto un campione variegato di persone. Qualcuno che mi ha augurato, anzi mi ha detto, che andrò all’inferno per ciò che ho fatto brandendo un crocifisso. Altri dicevano che non raccontavo cose giuste, che avevano loro informazioni, quelle non filtrate dalle esigenze del potere e di controllo. Persone in alcuni casi anche ragionevoli, ma purtroppo non c’era possibilità di dialogo“, ha raccontato Pregliasco in tv.

Esperienza, ha aggiunto il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, che “ha evidenziato ai miei occhi la difficoltà che c’è oggi di poter andare oltre rispetto alle informazioni che ormai per loro sono certe, e relative al fatto che le istituzioni ci vogliono colpire e che la libertà è l’elemento fondamentale, la libertà di fare ciò che si vuole. Ma purtroppo siamo in una situazione che sta peggiorando e che temo dovrà prevedere delle altre restrizioni“.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.