Il Riformista che avete in mano oggi offre vari spunti di riflessione. Le elezioni in Turchia, innanzitutto. Riusciranno le opposizioni a mandare a casa Erdogan dopo vent’anni? Sarebbe una svolta di portata storica e solo il fatto che ci sarà il ballottaggio costituisce una notizia Saranno i ballottaggi a decidere anche i vincitori di questa tornata amministrativa.

Bassa l’affluenza, ancora più bassa l’attenzione dei media: è come se la politica fosse sotto anestesia. Spenta. Vale la pena rifletterci, nei prossimi mesi. Potrà sembrarvi lontano da noi ma invito a non sottovalutare anche il passaggio elettorale in Thailandia, uno dei paesi potenzialmente più interessanti di questo nuovo secolo asiatico: i militari al potere perdono anche se – non essendoci elezione diretta – non sarà facilissimo formare un nuovo Governo anche alla luce delle peculiarità costituzionali di Bangkok.

Nel frattempo, Zelensky chiude il tour europeo ribadendo che la pace o sarà ucraina o non sarà. Comprensibile la sua postura, quella del capo di un Paese aggredito e impegnato da quindici mesi in una straordinaria guerra di resistenza e di contrattacco. Penso che gli ucraini saranno protagonisti del loro futuro, e visto come si stanno mettendo le cose anche di quello europeo, ma credo anche che la pace sarà (anche) una pace cinese. Ed americana, si capisce. Forse persino vaticana. Ma la pace per definizione richiede un’iniziativa diplomatica accanto al necessario sostegno economico e militare che giustamente Kiev ha ricevuto e continuerà a ricevere.

Parliamo poi come facciamo tutti i giorni di due temi decisivi per il nostro Paese, due temi di cui altri scrivono poco: sanità e giustizia. Il paginone centrale vede un dibattito civile tra Tommaso Nannicini, uno dei padri del JobsAct, e Susanna Camusso, allora segretaria della CGIL. Mi piace che questo giornale contenga opinioni diverse, inciti al pensiero, valorizzi le intelligenze naturali e non solo quelle artificiali. Proprio per questo non accettiamo le verità preconfezionate: sostenere che i giovani siano costretti a vivere in tenda dalla globalizzazione cattiva è una storiella cui non crede nessuno.

La politica ha delle responsabilità: aver sprecato decine di miliardi per il superbonus ha arricchito i benestanti e aumentato le difficoltà dei più poveri. Giuseppe Conte sognava di fare il Robin Hood ed è finito come lo Sceriffo di Nottingham. Non a caso Conte e la Meloni filano d’amore e d’accordo e Giuseppi ha preso il posto di Enrico nel cuore della premier. Non ci credete? Guardate la vigilanza Rai, il salvataggio di Bonafede, le nomine dei vicepresidenti di Camera e Senato. E ieri anche la Rai. Conte è l’unica stampella del Governo. Su Fazio, la polizia, la Finanza e tutto il resto… torniamo domani.

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Matteo Renzi (Firenze, 11 gennaio 1975) è un politico italiano e senatore della Repubblica. Ex presidente del Consiglio più giovane della storia italiana (2014-2016), è stato alla guida della Provincia di Firenze dal 2004 al 2009, sindaco di Firenze dal 2009 al 2014. Dal 3 maggio 2023 è direttore editoriale de Il Riformista