L’America deve sapere che non può utilizzare questo mezzo per far piovere sui nostri mercati il falso made in Italy. Il Parmesan qui non arriverà. Non con quel nome, non senza dare con la giusta trasparenza e chiarezza le informazioni ai consumatori. La tracciabilità è un diritto dei cittadini, e così la tutela della loro salute.

E non è accettabile che i nostri agricoltori e le nostre imprese paghino dazi addirittura al cento per cento del valore come quelli previsti dalla revisione in corso delle misure per questioni del tutto estranee all’Italia. Anche per questo, lo continuerò a sollecitare in Europa, è assolutamente necessario costituire un Fondo europeo per sostenere il settore. Prendendo le risorse dal bilancio europeo e non dai fondi agricoli, perché altrimenti l’agricoltura sarebbe doppiamente penalizzata. Le nostre imprese hanno già pagato l’embargo russo e non sanno cosa aspettarsi da Brexit.

E noi non possiamo muoverci solo dopo che il disastro è accaduto. Dobbiamo farlo prima e dobbiamo farlo subito, senza minimamente intaccare le risorse esistenti. E dobbiamo essere assolutamente capaci, come Paesi membri, di mantenere – direi rafforzare – l’unità d’azione dell’Unione Europea e la coesione tra Stati membri.

La lista dei prodotti già penalizzati rende evidente il modus operandi dell’Amministrazione Usa: dividere per dettare le condizioni, divaricare gli interessi nazionali per rendere difficile all’Europa parlare con una voce sola. Non possiamo permettere che accada.

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61 anni, pugliese, abbandona giovanissima gli studi dopo la licenza di terza media per andare a lavorare nei campi. Entra poco dopo nel sindacato, impegnandosi contro la piaga del caporalato e diventando poi dirigente nazionale. Diventa deputata nelle file del PD nel 2008, poi Vice Ministra dello Sviluppo Economico dei Governi Renzi e Gentiloni. È Ministra dell'Agricoltura del Governo Conte II e capo delegazione del partito Italia Viva.