“Gli esperti ci avevano detto che questi sarebbero stati i giorni di picco. E purtroppo è così. Oggi in Lombardia abbiamo 25.515 positivi (3.251 più di ieri), Di questi, 8.258 ospedalizzati (523 più di ieri). In terapia intensiva ci sono 1.093 pazienti con il Covid-19, e abbiamo sempre meno margine”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel consueto punto stampa sull’emergenza coronavirus.

“Ci sono anche le buone notizie – ha aggiunto – con 2.139 pazienti dimessi, guariti clinicamente. E il 20% di chi va in terapia intensiva ne esce in maniera positiva”. “Confido – ha concluso – che come hanno previsto gli esperti – tra domani e lunedì i numeri comincino ad abbassarsi come conseguenza dei provvedimenti presi”.

Misure più rigide per fermare la diffusione del contagio da coronavirus, che nella provincia di Bergamo “assume ormai i connotati dalla tragedia”. E’ l’appello lanciato da 243 sindaci bergamaschi, che si rivolgono al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Chiediamo, auspichiamo e sollecitiamo quindi un intervento maggiormente coercitivo che imponga nuove restrizioni: con i dati che tutti conosciamo non è pensabile che ancora oggi ci si debba basare sul buon senso dei cittadini chiamati a rispettare regole soggette alle più varie interpretazioni”, si legge nella lettera.

“Al momento riteniamo che l’adozione di coraggiosi nuovi provvedimenti restrittivi possa rappresentare l’unica ed auspicabile soluzione per una tragedia che sembra oggi, che i contagi aumentano inesorabili, non avere fine. I movimenti sul territorio sono ancora troppi, e molti inesorabilmente costituiscono un vettore per questo virus. È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero”, scrivono i sindaci, fra cui il primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori, e il presidente della Provincia, Gianfranco Gafforelli.