Una zona Bianca da introdurre assieme a quella Gialla, Rossa e Arancione “dove ci sono ulteriori libertà per i cittadini” e consentire “un Natale un po’ più libero all’economia e alla socialità”. È la proposta che arriva dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in vista delle festività natalizie.

L’iniziativa è nata in un video postato sui social dal governatore ligure nonostante le scene impressionanti che arrivano da Piemonte e Lombardia, dove il passaggio a zona Arancione ha spinto migliaia di cittadini ad invadere le zone dello shopping a Torino e Milano.

Un comportamento stigmatizzato da medici e politica, anche dalla stessa area politica di Toti, il centrodestra. Stamattina il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha spiegato che “quello che ho visto ieri in alcune vie a Torino è qualcosa che mi riporta con la mente in estate e non possiamo permettercelo”, ha sottolineato il presidente del Piemonte evocando le scene già viste questa estate. So che le forze dell’ordine hanno fatto tanto ma evidentemente non basta. I piemontesi si stanno comportando in modo serio, ma laddove ci sono situazioni che scappano di mano bisogna intervenire subito in maniera netta”, ha aggiunto Cirio.

Ma cosa prevede la zona bianca auspicata da Toti? Per il governatore ligure sarebbe “più opportuno consentire un Natale un po’ più libero visto che è un pezzo importante dell’economia del Paese, e se dovremo fare qualche altro sacrificio lo faremo a gennaio, tanto con il virus dovremo conviverci per tutta la primavera, quindi nella formula del ‘ferma e riparti’ è bene tenere un equilibrio tra benessere economico e contenimento del virus. Ho già proposto al governo che è giusto mantenere una diversificazione dei territori, perché ce ne sono alcuni che soffrono di più e dunque hanno necessità di stare più attenti e altri in cui invece la situazione va meglio e se i cittadini saranno attenti potremo continuare”.

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L’idea, però, riceve una prima risposta negativa dal mondo scientifico. Perché il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, vede “fino a dopo il periodo natalizio” “troppi rischi per ulteriori abbassamenti della guardia”. L’esperto, infatti, traccia una linea dei contagi sotto quale la cinghia si può allentare: “In tre o quattro settimane potremmo scendere a 6-7mila casi al giorno, un numero che consente di fare contact tracing contribuendo a impedire la propagazione incontrollata del virus”. Ma fino a quando non saremo a quel livello, difficilmente arriveranno grandi novità per gli italiani. Che a Natale, dunque, dovranno prepararsi al coprifuoco nazionale delle 22, nonché al divieto di spostamento tra regioni, se non in casi particolari, come il ricongiungimento con i genitori soli, ‘affetti stabili’ e gli studenti fuori sede. Anche sulla Messa natalizia difficilmente ci potranno essere deroghe, così come le forti raccomandazioni sul numero di commensali non dovrebbe cambiare.

Redazione

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