Non accenna a rallentare l’epidemia di Coronavirus in Italia. A dirlo è l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, con i dati che riguardano il periodo 8-14 dicembre. Rispetto alla settimana precedente la Fondazione presieduta da Nino Cartabellotta rileva un aumento di nuovi casi (124.568 vs 105.771), pari al 17,8% di casi in più in una settimana.

Da due mesi – spiega Cartabellotta – continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.456 il 15 ottobre a 17.795 il 14 dicembre“. Incrementano nettamente i rapporti positivi/persone testate (da 3,6% a 23,9%), positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 9,5%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,81%).

Aumentano del 18,8% anche i decessi da covid-19 nell’ultima settimana. In termini numerici, i decessi negli ultimi sette giorni sono stati 663 contro i 558 della settimana precedente.

LA TENUTA DEGLI OSPEDALI – Ad aumentare sono anche i pazienti positivi al Covid-19 ricoverati negli ospedali: i ricoveri in area medica segnano +17,9% mentre le terapie intensive aumentano dell’11,2% rispetto alla settimana precedente. A livello nazionale, al 14 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti covid è dell’11,9% in area medica e del 9,5% in area critica, con notevoli differenze regionali.

Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti covid: +17,9% in area medica e +11,2% in terapia intensiva rispetto alla settimana precedente“.

Nonostante l’aumentata pressione sugli ospedali, nelle ultime settimane si è progressivamente ridotta la percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi. In particolare, per l’area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 3,47% del 7 novembre al 2,41% del 14 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,47% del 21 ottobre allo 0,30% del 14 dicembre.

A fronte di un numero di tamponi sostanzialmente stabile – aggiunge Cartabellotta – questo dato è verosimilmente da imputare all’incremento delle terze dosi, che riportano l’efficacia a valori più elevati“. “Sul fronte delle terapie intensive – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – preoccupa tuttavia l’aumento degli ingressi giornalieri: la media mobile a 7 giorni sale a 70 ingressi/die rispetto ai 59 della settimana precedente“.

I VACCINATI – Quanto ai dati riguardanti l’andamento della campagna di vaccinazione in Italia, nella settimana 6-12 dicembre sono in aumento il numero di somministrazioni (n. 3.272.324), con una media mobile a 7 giorni di oltre 460 mila somministrazioni/die: crescono dell’8,8% le terze dosi (n. 2.903.412) e del 5,8% i nuovi vaccinati (n. 236.606).

Al 15 dicembre (aggiornamento ore 06.18) l’80,5% della popolazione (n. 47.696.102) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+218.456 rispetto alla settimana precedente) e il 77,6% (n. 45.975.355) ha completato il ciclo vaccinale (+144.773 rispetto alla settimana precedente).

A preoccupare sono i quasi 6,4 milioni di italiani che non sono coperti neanche da una singola dose di vaccino anti-Covid. A destare ulteriore preoccupazione anche la fascia di età: da un lato ci sono infatti ,45 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,02 milioni nella fascia 12-19 anni che aumentano la circolazione del virus nelle scuole.

LA SITUAZIONE NELLE REGIONI – La Provincia Autonoma di Bolzano supera la soglia del 15% in area medica (17,2%) e del 20% in area critica (22%); le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (19,4% area medica e 11,0% area critica), Friuli-Venezia Giulia (24,5% area medica e 16,0% area critica), Liguria (17,0% area medica e 12,2% area critica) e Provincia Autonoma di Trento (19,7% area medica e 20,0% area critica).

Inoltre, spiega la fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale, per l’area medica si colloca sopra la soglia del 15% la Valle D’Aosta (21,2%), mentre per l’area critica superano la soglia del 10% Emilia-Romagna (10,3%), Lazio (12,0%), Marche (14,4%), Molise (10,3%) e Veneto (13,3%).

Redazione

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