"Ogni 10mila casi c'è, tristemente, un decesso"
Cos’è la sindrome multinfiammatoria, colpisce un bambino su due col Covid: “70% a rischio terapia intensiva”
“Il Covid deve fare molta più paura”. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus prova a rassicurare mamme e papà nella giornata in cui partono le vaccinazioni per i bambini dai 5 agli 11 anni.
Con Omicron ci sarà un aumento dei contagi: “Il 7% dei bambini contagiati – spiega Locatelli – può avere sindrome post infezione. Anche tra i piccoli ci sono stati ricoveri e morti. La vaccinazione anti Covid è importante per proteggere i nostri bambini dal rischio di sviluppare la malattia grave che, seppure raramente, comunque impatta in età pediatrica“.
COSA È LA SINDROME MULTINFIAMMATORIA SISTEMICA – “In età pediatrica il Covid si può manifestare con sindrome infiammatoria multisistemica, che si verifica a un’età media di 9 anni. Quasi il 50% dei casi, 45% per essere precisi, vengono a essere diagnosticati nella fascia di età che è da oggi oggetto della vaccinazione anti Covid, 5-11 anni. Il 70% di questi bambini può arrivare a richiedere un ricovero in terapia intensiva. Lo strumento offerto dal vaccino serve quindi a proteggere anche rispetto a questa sindrome”.
SINTOMI – La sintomatologia della sindrome infiammatoria sistemica dei bambini (MIS-C) è connotata da febbre elevata, sintomi gastrointestinali (dolore addominale, nausea e vomito), sofferenza miocardica con insufficienza cardiaca, ipotensione, shock, e alterazioni neurologiche (meningite asettica e encefalite).
MALATTIA DI KAWASAKI – Accanto a queste manifestazioni cliniche, molti bambini sviluppano alcuni dei segni e sintomi tipici della malattia di Kawasaki (una nota patologia pediatrica caratterizzata da infiammazione dei vasi sanguigni), in particolare eruzione cutanea, congiuntivite e alterazioni della mucosa delle labbra (che diventano di un rosso intenso), oltre a dilatazioni (aneurismi) delle arterie coronarie.
MIS-C – La Multinfiammatoria ha spesso decorso minaccioso e richiede una terapia aggressiva, basata sulla infusione di immunoglobuline endovena (trattamento standard della malattia di Kawasaki) e corticosteroidi a dosaggio elevato.
RICOVERI TRA I BAMBINI – In età pediatrica, “secondo le stime dell’Ecdc”, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, “ogni 10mila casi sintomatici per Covid ci sono 65 ospedalizzazioni, 6 ricoveri nelle terapie intensive e, tristemente, un caso di decesso“, ha precisato Locatelli.
COSA È IL LONG COVID – Anche il ‘Long Covid’ colpisce anche i bambini: “Vi sono evidenze che una percentuale quantificabile secondo alcuni studi nell’ordine del 7% può sviluppare i sintomi prolungati da patologia da Covid 19“.
FERTILITÀ E VACCINI – Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), smentisce subito. Nessuna interferenza del vaccino anti-Covid sullo sviluppo puberale: “La notizia che circola, e che ha circolato anche durante la campagna vaccinale degli over 12, non è basata su alcuna evidenza scientifica. Non c’è alcuna interferenza con l’asse ormonale. Questo è stato dimostrato ampiamente”, ha assicurato.
Nei bambini tra i 5 e gli 11 anni vaccinati negli Stati Uniti (il Paese su cui ci sono più dati) “si è visto che il tasso di effetti collaterali in questa fascia di età è inferiore rispetto alla fascia di età over 12 – ha evidenziato Staiano -. Perfino la miocardite, tanto temuta, in questa fascia di età, dopo le due dosi di vaccino, ha una percentuale inferiore rispetto ai più grandi“.
APPELLO AI GENITORI – “Faccio un appello a tutte le famiglie, alle mamme e ai papà dei bambini in questa fascia d’età, fra i 5 e gli 11 anni – dice ancora Locatelli – Considerate la vaccinazione, sfruttate questa opportunità, parlate col vostro pediatra, vaccinate i vostri bambini. Fatelo per loro, dimostrate quanto bene volete ai vostri bambini conferendo loro il massimo della protezione possibile”.
DOVE FARE IL VACCINO AI BAMBINI – “I pediatri vaccineranno o direttamente negli studi, o negli spazi dedicati degli hub vaccinali“, ha ricordato il presidente della Federazione italiana pediatri (Fimp) Paolo Biasci. Per la presidente della Società italiana di pediatria Annamaria Staiano, «il vaccino è sicuro ed efficace e permette il ritorno a una vita normale».
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