Il Cremlino mostra le prime crepe dopo quasi un mese di conflitto in Ucraina, l’operazione militare speciale che per Putin è destinata a “denazificare” il Paese. Si è infatti dimesso dalla carica di inviato speciale del presidente russo per il clima Anatoly Chubais, il più alto funzionario ad aver pubblicamente voltato le spalle a Vladimir Putin, che lo aveva personalmente assegnato a quella funzione.

Le dimissioni di Chubais sono state rivelate da due fonti all’agenzia Bloomberg e poi confermate anche dal Cremlino. Chubais, fidato consigliere dello Zar, si troverebbe ora in Turchia e non avrebbe “alcuna intenzione di tornare in Russia”, hanno spiegato fonti vicine all’ormai ex inviato speciale per il clima al sito Rbc.

Economista 66enne dell’Università di Leningrado, Anatoly Chubais è considerato l’architetto delle riforme in Russia negli anni Novanta, in particolari delle privatizzazioni avvenute durante il governo di Boris Eltsin, di cui era stato vice premier e capo dell’amministrazione presidenziale. Proprio per questo in Russia era criticato per essere tra i responsabili dell’arricchimento degli oligarchi a scapito della popolazione.

Il legame tra Chubais e Putin è di lunga durata: fu lui infatti ad offrire al numero uno del Cremlino il primo incarico di governo. Anche per questo rapporto di fiducia fu praticamente l’unica figura di spicco dell’era Eltsin a restare in ruoli di spicco nel ‘regno’ ventennale di Putin a Mosca: capo del monopolio statale dell’energia elettrica Rao Ues fino al 2008, è stato poi a capo di Rusnano (la corporazione russa per le nanotecnologie), fino a inviato speciale per il clima con l’obiettivo di “raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Già nei giorni scorsi Chubais aveva lanciato un primo emblematico segnale della divergenza con l’operato del Cremlino, pubblicando una foto dell’ex oppositore del presidente Boris Nemtsov, ucciso nel 2015.

La presa di posizione di Chubais ha una notevole portata dato il ruolo di quest’ultimo: prima dell’inviato speciale per il clima, il funzionario di più alto livello ad essersi espresso contro “l’operazione militare speciale” in corso in Ucraina era stato Arkadij Dvorkovich, presidente della Federazione internazionale degli scacchi (Fide), che aveva rassegnato le dimissioni da capo del Fondo per la tecnologia Skolkovo.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia