Le difficoltà incontrate dai militari russi in Ucraina fanno una nuova ‘vittima’ nelle alte gerarchie delle forze armate. Il generale russo Roman Gavrilov, vice capo della Guardia nazionale russa, la Rosgvardia, è stato arrestato dall’Fsb, i servizi di sicurezza della Federazione russa erede del Kgb sovietico.

La notizia è stata resa nota da Christo Grozev, giornalista del sito investigativo Bellingcat, che cita “tre fonti indipendenti”. La Rosgvardia è una delle unità dell’esercito che ha subito maggiori perdite nel corso del conflitto in Ucraina, in corso ormai da 22 giorni.

Soltanto pochi giorni fa il capo di Rosgvardia, Viktor Zolotov, aveva ammesso durante una funzione religiosa in presenza del patriarca ortodosso di Mosca Kirill che l’operazione militare speciale in Ucraina “non sta andando alla velocità prevista”.

Quanto a Gavrilov, i motivi dietro l’arresto non sono ancora chiari: stando ad una fonte riportata da Grozev sarebbe stato arrestato dal dipartimento di controspionaggio militare dell’FSB per “fughe di informazioni militari che hanno portato alla perdita di vite umane“, mentre altre due fonti sottolineano invece che l’accusa sarebbe di “sperpero dispendioso di carburante“.

La notizia dell’arresto è stata ovviamente smentita da Mosca. Il deputato della Duma Aleksandr Khinshtein ha definito l’arresto un “falso assoluto“, mentre l’agenzia di stampa russa ‘Ura.ru’ parla di licenziamento e non arresto. Un provvedimento che sarebbe stato avviato personalmente dal direttore del Servizio federale delle truppe della Guardia nazionale russa, Viktor Zolotov.

Con l’arresto di Gavrilov salgono a tre i vertici militari arrestati dall’inizio del conflitto. Nei giorni scorsi era emersa, anche se ad oggi non è mai stata confermata ufficialmente, la notizia dell’arresto di Serghei Beseda e Anatoly Bolukh, numero uno e numero due della Quinta divisione dell’Fsb, la ‘filiale’ dei servizi segreti specializzata nei Paesi dell’ex Urss.

Dietro la ‘purga’ ci sarebbe l’accusa nei loro confronti di aver deliberatamente fornito notizie errate sulla situazione in Ucraina e rubato denaro destinato ad arruolare agenti e organizzare operazioni sovversive.

Beseda, 68 anni, è un pezzo da novanta dell’Fsb con grande esperienza in Ucraina: fu lui infatti a guidare gli sforzi (falliti) da parte Russa di fermare la rivoluzione di Euromaidan nel 2014, nel tentativo da parte del Cremlino di tenere alla guida del Paese il presidente filo-russo Viktor Yanukovich, in predicato di tornare al governo di Kiev in caso di rovesciamento del potere e caduta dell’attuale presidente Volodymyr Zelensky.

Proprio per il suo ruolo nel tentativo di reprimere la rivolta popolare contro il governo Yanukovich, Beseda fu anche inserito nella lista di persone colpite da sanzioni da parte dell’Unione Europea.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia