Come il virus aggredisce in maniera devastante i corpi più fragili, così la crisi economica produce danni maggiori su situazioni già sofferenti. Vale per l’economia mondiale occidentale già logorata dalla mai superata crisi iniziata nel 2007, vale per il meridione d’Italia che, seppur colpito dal virus soltanto marginalmente da un punto di vista sanitario, si troverà, già nelle prossime settimane, ad affrontare danni economici e sociali di portata storica. Basta ricordare che il prodotto interno lordo italiano, tra il 2008 e il 2018, è diminuito del 3,4% “trainato” in basso dal quello meridionale sceso del 7,3%. A ciò si aggiunge la scelta della politica economica nazionale dell’ultimo decennio di “disinvestimento” al Sud con una riduzione degli investimenti che ha superato il 30% producendo un ritardo, rispetto al Centro Nord, che è oggi maggiore di quello degli anni Settanta dovuto a una crescita esponenziale di disoccupazione, emigrazione, bassa natalità e invecchiamento della popolazione. Proprio per questo, però, paradossalmente il Meridione è nella condizione migliore per trasformare questa crisi in una vera opportunità, forse la più grande della sua storia, forse irripetibile. Bisogna però agire rapidamente e bene. Bisogna essere consapevoli sul cosa e sul come fare.

Le Banche del Credito popolare sono già all’opera per fare la propria parte. Possono farlo grazie ai risultati positivi degli ultimi dieci anni: impieghi vivi (quelli senza sofferenze) cresciuti del 14%, quasi tre volte quanto quelli dell’intero sistema bancario (5,5%) nel 2019; impieghi al Sud che hanno superato i 25 miliardi di euro e i depositi i 24 miliardi. Così, a crisi appena iniziata, le Popolari del Sud Italia si sono rese immediatamente operative anche prima dei provvedimenti del Governo. Qualche esempio. La Banca di Credito Popolare di Torre del Greco ha istituito linee di credito straordinarie a breve termine; ha anticipato la Cassa integrazione per un importo di 1.400 euro parametrati a 9 settimane di sospensione con attivazione di un conto corrente speciale “CIG-Covid 19”; ha donato 25mila euro all’Ospedale Cotugno di Napoli e 25mila a istituzioni, enti e associazioni impegnate nella fornitura di generi alimentari.

La Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha stanziato 100mila euro per la terapia intensiva dell’Ospedale di Altamura oltre ad aver previsto iter semplificati per la sospensione dei mutui e, per le imprese, il sostegno alla liquidità. La Banca Popolare Pugliese ha istituito un “Prestito di Soccorso Emergenza Covid-19”, a tasso zero, con rimborso a partire dal 2021; ha donato 100mila euro alla Asl di Lecce per nuovi posti di terapia intensiva; ha messo a disposizione 30mila euro per l’ospedale di Benevento. E, ancora, le siciliane. La Popolare Sant’Angelo, grazie a un accordo con Irfis-Finsicilia, ha previsto finanziamenti con un contributo a fondo perduto pari al 5% dell’importo del prestito messo a disposizione dall’Irfis; ha esteso le misure di sostegno anche a categorie non comprese nella moratoria Abi (imprese di più grandi dimensioni, professionisti e autonomi costretti a sospendere le libere attività).

La Banca Agricola Popolare di Ragusa ha previsto la sospensione delle rate dei finanziamenti alle Pmi estendendo l’Accordo per il Credito 2019 e applicando il Dl Cura Italia, la sospensione delle rate mutui prima casa per le famiglie tramite Consap, un supporto alle Pmi tramite convenzione con Irfis. Non basterà predisporsi a uscire dalla nuova crisi economica. Bisognerà saperla trasformare in opportunità. Soltanto così si potrà ripartire, soltanto così sarà possibile riaccendere la speranza. È, allora, necessario fare subito e fare bene. È necessario investire sull’enorme patrimonio di imprenditorialità dell’economia reale, cosa che le Banche Popolari e del territorio sanno fare, hanno sempre fatto e continueranno a fare ancor di più nella crisi.