La speranza “esige che si chiamino i problemi per nome e che si abbia il coraggio di affrontarli. Esige di non dimenticare che la comunità umana porta i segni e le ferite delle guerre succedutesi nel tempo, con crescente capacità distruttiva, e che non cessano di colpire specialmente i più poveri e i più deboli. Purtroppo, il nuovo anno non sembra essere costellato da segni incoraggianti, quanto piuttosto da un inasprirsi di tensioni e violenze”. Lo ha affermato Papa Francesco ricevendo, nella Sala Regia del Palazzo apostolico vaticano, il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno.

IL CONFLITTO IN MEDIO ORIENTE – Il Pontefice argentino ha definito “particolarmente preoccupanti” i segnali che giungono dalla regione “in seguito all’innalzarsi della tensione fra l’Iran e gli Stati Uniti e che rischiano anzitutto di mettere a dura prova il lento processo di ricostruzione dell’Iraq, nonché di creare le basi di un conflitto di più vasta scala che tutti vorremmo poter scongiurare”. Papa Francesco ha quindi rinnovato l’appello “perché tutte le parti interessate evitino un innalzamento dello scontro e mantengano accesa la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo, nel pieno rispetto della legalità internazionale”.

IL CASO LIBIA – Nell’agenda di Bergoglio finiscono anche gli altri conflitti, quelli dimenticati come il caso Yemen, “che vive una delle più gravi crisi umanitarie della storia recente, in un clima di generale indifferenza della Comunità internazionale”, e l’escalation in corso in Libia, “che da molti anni attraversa una situazione conflittuale, aggravata dalle incursioni di gruppi estremisti e da un ulteriore acuirsi di violenza nel corso degli ultimi giorni”. Per il Pontefice il contesto in atto alle porte dell’Europa “è terreno fertile per la piaga dello sfruttamento e del traffico di essere umani, alimentato da persone senza scrupoli che sfruttano la povertà e la sofferenza di quanti fuggono da situazioni di conflitto o di povertà estrema. Tra questi, molti finiscono preda di vere e proprie mafie che li detengono in condizioni disumane e degradanti e ne fanno oggetto di torture, violenze sessuali, estorsioni”.

L’APPRENSIONE PER I MIGRANTI – Papa Francesco durante l’incontro con i diplomatici ha rinnovato la sua preoccupazione per i migranti, da sempre uno dei temi più sentiti dal Pontefice argentino. “Occorre rilevare che nel mondo – ha detto Papa Francesco – vi sono diverse migliaia di persone, con legittime richieste di asilo e bisogni umanitari e di protezione verificabili, che non vengono adeguatamente identificati. Molti rischiano la vita in viaggi pericolosi per terra e soprattutto per mare. È con dolore che si continua a constatare come il Mare Mediterraneo rimanga un grande cimitero. È sempre più urgente, dunque, che tutti gli Stati si facciano carico della responsabilità di trovare soluzioni durature”.

IL DOSSIER NUCLEARE – Ricevendo i diplomatici nella Sala Regia del Palazzo apostolico vaticano Bergoglio ha voluto trattare un tema di strettissima attualità come il proliferare delle armi nucleari, il cuore nevralgico dello scontro in atto tra gli Stati Uniti di Trump e l’Iran. Papa Francesco ha ricordato l’appuntamento di New York la X Conferenza d’Esame del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, in programma dal 27 aprile al 22 maggio. “Auspico vivamente che in quella occasione la Comunità internazionale riesca a trovare un consenso finale e proattivo sulle modalità di attuazione di questo strumento giuridico internazionale, che si rileva essere ancora più importante in un momento come quello attuale”, ha detto il Pontefice.

Redazione

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