Sull’Ucraina e l’invio da parte italiana di armi a Kiev la richiesta di coinvolgere il Parlamento sulle forniture militari, nei confronti del ‘ribelle’ Luigi Di Maio nessuna espulsione, come prevedibile, ma un durissimo richiamo a smetterla di “gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno”.

Sono i due punti centrale del documento pubblicato dal Movimento 5 Stelle al termine del Consiglio Nazionale convocato d’urgenza domenica sera per trattare la crisi interna ai pentastellati, con lo strappo firmato dal ministro degli Esteri Di Maio, e per chiarire la posizione grillina alla vigilia delle comunicazioni del premier Mario Draghi in vista del Consiglio Europeo.

La posizione su armi e Ucraina

Nella nota diffusa oggi, il partito guidato da Giuseppe Conte torna a chiedere al presidente del Consiglio un maggior coinvolgimento delle forze politiche parlamentari nella definizione della linea governativa a livello internazionale, soprattutto sul fronte dell’invio di armi a Kiev.

Auspichiamo un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento – si legge nella nota – con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal Governo italiano nei più rilevanti consessi europei e internazionali, inclusa l’eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari, funzionale a rafforzare il mandato del Presidente del Consiglio in tali consessi”.

L’Italia, spiegano dai 5 Stelle, dovrebbe invece concentrare i suoi sforzi “sul piano diplomatico, promuovendo, in particolare, un’azione sinergica anche con altri Paesi europei per giungere a una soluzione equilibrata, equa e sostenibile”, col governo che dovrebbe farsi interprete e protagonista “di una nuova fase degli sforzi diplomatici in tutte le sedi internazionali affinché sia scongiurato il rischio di una escalation militare e siano invece promosse serie e credibili negoziazioni diplomatiche, che valgano a evitare che il confitto attuale deflagri in uno scontro militare di proporzioni sempre più vaste e incontrollabili”.

Lo strappo con Di Maio

Quanto al titolare della Farnesina, che da giorni sta martellando il suo stesso partito tra accuse di scarsa democrazia interna e di posizioni ambigue su Europa e Nato che possono indebolire l’esecutivo di cui il Movimento fa parte, la risposta ‘ufficiale’ è durissima, ma comunque resta solamente a parole, non seguite da fatti, vedasi il capitolo espulsione messo da parte.

Dichiarazioni, quelle di Luigi Di Maio, che per i 5 Stelle “distorcono le chiare posizioni assunte” dallo stesso Consiglio Nazionale ad aprile e maggio. In particolare “dichiarazioni circa una presunta volontà del M5S di operare un “disallineamento” dell’Italia rispetto all’Alleanza euro-atlantica e rispetto all’Unione Europea sono inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta da questo Consiglio Nazionale e dal Movimento, che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell’ambito di queste tradizionali alleanze”.

Parole che “sono suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno” e per questo il Consiglio Nazionale “confida che cessino queste esternazioni lesive dell’immagine e della credibilità dell’azione politica del Movimento 5 Stelle”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia