A cosa servono allora le intercettazioni, estese a dismisura dal nuovo decreto? A dare un enorme potere ai Pm, che finiscono per poter disporre di un numero enorme di informazioni sulle nostre vite. Talvolta le usano per imputarci. Talvolta per indurci a parlare di altri, e ottenere ulteriori informazioni. In questo modo si forma un meccanismo di controllo di massa che assomiglia molto a quello dei paesi autoritari. La fantasia corre subito alla Germania Orientale anni settanta. Quando gli 007 controllavano tutti, e in particolare l’establishment e l’intellettualità. Anche da noi il nuovo sistema di spionaggio di massa punta soprattutto a mettere sotto controllo l’establishment e l’intellettualità. La nuova legge prevede che chiunque abbia qualcosa a che fare con l’amministrazione pubblica sia sottoponibile a spionaggio e all’uso dei trojan. E grazie ad un emendamento dell’ex magistrato Grasso, poi corretto appena appena da un sub-emendamento, le intercettazioni non avranno valore solo per il reato sul quale sono state autorizzate, ma avranno valore generale. In questo modo si stravolgono e si annullano diversi articoli della Costituzione e del Codice di Procedura penale.

E molti principi del Diritto affermati negli ultimi tre secoli. Ma questo non sembra aver preoccupato il legislatore, che si è limitato ad accogliere tutte le richieste dei Pm. A far loro l’inchino. E infatti prima di essere convertito in legge, il decreto ha tolto anche i poteri che aveva la polizia giudiziaria e li ha consegnati al Pm. Che da oggi è l’unico e incontrollabile dominus del servizio di spionaggio.

Quanti saranno i cittadini contagiati dal virus informatico santificato da questo decreto, cioè dal trojan? Qui scriviamo diecimila. Ma solo perché, al solito, siamo ottimisti. Potrebbe trattarsi di un numero molto superiore. Almeno a cinque zeri.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.