Dopo le restrizioni, le chiusure di numerose attività commerciali e le proteste degli ultimi giorni per chiedere aiuti concreti al Governo e alla Regioni, in consiglio dei Ministri è atteso oggi il decreto ristori. Si tratta di una manovra economica di circa 4,5 miliardi di euro per sostenere attività e lavoratori colpiti, chi duramente chi meno, dagli ultimi Dpcm sull’emergenza coronavirus.

STOP SECONDA RATA IMU – Nel decreto è prevista la cancellazione della seconda rata dell’Imu, il cui pagamento è previsto per metà dicembre, per tute le attività chiuse o limitate dai Dpcm. Dovrebbero rientrare palestre, piscine, bar, ristoranti per un totale di 114 milioni.
Credito d’imposta pari a tre mensilità invece per chi paga l’affitto. Il credito potrà essere anche girato al proprietario del locale e quindi scontato dal canone d’affitto. Qui il costo è invece di 260 milioni di euro. Confermata poi la reintroduzione per un mese del reddito d’emergenza, l’aiuto per le persone in difficoltà che può arrivare fino a 800 euro, a seconda di quante persone ci sono in famiglia.

CASSA INTEGRAZIONE – Nella manovra economica è inclusa la cassa integrazione fino alla fine dell’anno (al momento arriva fino a metà novembre) per tutte le aziende in difficoltà. Si tratta di sei settimane, che potrebbero arrivare a 10, per un costo totale di circa 1,5 miliardi di euro (2,6 in caso di aumento delle settimane).

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO – Rimborsi fino a 150mila euro per le aziende per circa 2 miliardi di euro. Rimborsi che, stando a quanto annunciato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, potrebbero arrivare già entro il 15 novembre. Rientrano le imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro che subiranno perdite a causa di limitazioni di orario o chiusure. Si tratta di un rimborso automatico per chi aveva già usufruito dei sussidi previsti dal precedente decreto Rilancio; gli altri dovranno invece fare una nuova richiesta. Chi invece non aveva fatto richiesta in passato, perché escluso dal provvedimento di maggio, ha spiegato il ministro, dovrà fare domanda e otterrà l’accredito entro il 15 dicembre.

I DESTINATARI – Riceveranno i rimborsi bar, ristoranti, cinema, piscine, teatri. Dovrebbero rientrare anche tassisti e forse gli albergatori e le strutture ricettive. Si stimano circa 325 mila attività per le quali la percentuale dei ristori varierà proprio in base alle diverse limitazioni subite. Quindi per i bar, costretti a chiudere alle 18, il ristoro sarà del 100%, percentuale che per i ristoranti salirebbe al 150%. Indennizzi fino al 200% invece per chi è costretto a chiudere del tutto, come palestre e centri termali e fino al 400% per chi non ha più riaperto.