Il Movimento si converte in un partito identico a tutti gli altri. «Si è trasformato in un partito tradizionale – twitta il senatore Pd Andrea Marcucci – Al netto di altre incertezze che perdurano, è una buona notizia». Il passaggio, a suo modo storico, è stato sancito dalla consultazione online sulla piattaforma Skyvote che autorizza a chiedere, per il partito Cinque Stelle, i benefici del due per mille. «C’è stata un’ottima partecipazione e il 72% è a favore del 2xMille, la stragrande maggioranza», si affretta a dire, pollice all’insù, Giuseppe Conte mentre annuncia l’esito della votazione.

L’ottima partecipazione è relativa, 34 mila voti su 131 mila iscritti rappresentano a malapena un quarto degli interessati. E il 72 per cento è nella media dell’andamento del consenso interno: è un numero ricorrente sin da quando non si usava Skyvote ma la vecchia piattaforma Rousseau. L’11 dicembre 2020 alla conclusione degli Stati Generali si erano fatti votare altri quesiti che avvicinavano il M5S alla forma partito che ha oggi sposato, al termine di una vicenda politica tormentata. Allora il quesito “Le funzioni del capo politico vanno trasferite ad un organo collegiale?” era stato validato dal 73,1% dei consensi. Alla domanda “possono essere autorizzati accordi con altre forze politiche?” aveva detto di sì il 71,6%.

Conte dunque gongola, ma se la normalizzazione del M5S fa un passo avanti, tanti sono pronti a farsi indietro. Nelle stesse ore in cui l’Avvocato del popolo si sfrega le mani per la nuova direzione che ha dato alla creatura di Grillo, una parte degli attivisti – i più fedeli alle origini – fa sapere di aver dato vita ad una “Organizzazione politica” ispirata al ritorno dello spirito della fondazione dei primi MeetUp. Si chiamerà Up – Su la testa il nuovo progetto che Alessio Villarosa, ex M5s, porterà avanti insieme ad Alessandro Di Battista. Villarosa anticipa quello che potrebbe essere il futuro suo e di uno dei volti più importanti del vecchio Movimento: «Abbiamo intenzione di strutturare le idee originarie del M5s in un partito. Di Battista leader? Lui è un leader di natura. Sarà sicuramente lui il frontman», spiega ancora Villarosa. Per ora il loro non è altro che «un tour in giro per l’Italia». Un tour che ha già avuto inizio, a ottobre, da Siena. Ultimo atto dei fondatori di Up-Su la testa: «Visto che non riescono a espellermi dal Movimento, ho votato contro il 2 per mille: ricordo che Di Maio nel 2015 diceva che il M5s non avrebbe mai preso un finanziamento pubblico. Oggi stanno raccontando a tutti che il 2 per mille non è un finanziamento pubblico, ma al contrario lo è», insiste Villarosa. I gruppi di dissidenti – Villarosa era stato espulso con la senatrice Lezzi a febbraio, quindici giorni dopo anche Di Battista aveva abbandonato M5S – sembrano aver predisposto il loro futuro approdo già da tempo.

Sui social, “Up – Su la testa” fa riferimento al gruppo Up su Facebook (da MeetUp) e riporta al sito www.attiviamoci.org che per veste grafica e colore giallo ricorda da vicino il Blog delle Stelle e tutto il firmamento grillino delle origini. Ad una verifica il dominio risulta registrato già il 13 settembre 2020. Non una data a caso: il Movimento era nel pieno di quell’autunno che travolgerà tutta la dirigenza – l’allora direttorio guidato da Vito Crimi – dopo aver subito una pesantissima sconfitta alle regionali. Verosimilmente in quel periodo il gruppo guidato da Di Battista ha iniziato a preparare il terreno per la scissione. Non senza ricorrere a chi di piattaforme telematiche e digital strategies si occupa professionalmente: sul Blog delle Stelle, gestito motu proprio da Davide Casaleggio, compare oggi una finestra dedicata a Di Battista: «Su la Testa! è un percorso di controinformazione, sviluppato con la finalità di rimettere al centro del dibattito pubblico temi, idee, denunce.

Il nome non è stato scelto a caso: mentre i partiti hanno rinunciato alla propria funzione in nome del Governo di tutti, è necessario rialzare la testa, occuparsi di problemi dimenticati, degli invisibili del nostro Paese, delle questioni irrisolte e dei temi nascosti dal mainstream». Alessio Villarosa, Barbara Lezzi, Alessandro Di Battista e Davide Casaleggio insieme, dunque, nel nome dei MeetUp dei bei tempi andati. Una iniziativa che parla soprattutto a quella base di attivisti disorientati dal nuovo partito di Conte e che conta in Parlamento quindici deputati e quattro senatori: la truppa de “L’Alternativa c’è”. I sondaggisti non danno loro torto: sul terreno ci sono il 20% degli ex elettori M5S che hanno voltato le spalle, dalle regionali dell’anno scorso alle amministrative di sei settimane fa, al partito di Conte. «Penso a una operazione più marginale – dice al Riformista il senatore Saverio De Bonis, ex Cinque Stelle – che può fruttare un 2 o 3 %». «Perché Di Battista – è il ragionamento – poi non convince tutti. Non si può fare lo struzzo e fingere di non vedere i problemi». La diaspora dei Cinque Stelle è articolata e gli ex compagni di strada si fanno una guerra per bande. Fioramonti e la sinistra di Facciamo Eco, ad esempio, di questa iniziativa di Su la testa non ne vogliono sapere.

Né tantomeno chi converge verso l’operazione filo leghista di Paragone. «Non sono interessato, loro vogliono fare una specie di Rifondazione Grillina, recuperare lo spirito degli albori. Io guardo avanti», ci dice. Di rifondazione parla anche Conte, mentre entra a Montecitorio: «Ora è responsabilità di tutti abbracciare pienamente questo nuovo Movimento», ha osservato l’ex inquilino di Palazzo Chigi, perché il voto di oggi «ci chiede di appoggiare tutti in modo convinto e integrale questo percorso di rifondazione del M5S». Un appello che non va lontano. Il discorso non fa presa nemmeno alla Camera, dove il suo capogruppo Davide Crippa lo gela: «Sono scettico, il rischio è che il finanziamento che ne consegue sia esiguo e limitato rispetto a togliere un caposaldo di non finanziamento pubblico del Movimento». Per blindare il partito da ennesimi scossoni, Conte spera che la nomina della Raggi tra i garanti – insieme a Fico e Di Maio – possa scongiurare il suo ingresso nel nascente movimento Su la testa, che fa intanto sapere di avere preso una sede fisica a Roma, nel popolare quartiere del Pigneto. Ieri sera intanto nell’Aula Giulio Cesare, dove si riunisce il Consiglio comunale di Roma, gli eletti della lista civica Raggi hanno costituito il gruppo Ecodigital, mettendo a verbale la costituzione di una nuova, ennesima sigla nell’arcipelago grillino.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.