«Non voglio più apparire così tanto, essere sempre al centro dell’attenzione mi danneggia», dice Rocco Casalino al telefono. E si lascia andare: «Vorrei sparire. Almeno per un po’». Ma non può sparire, non adesso che il Movimento ha più che mai bisogno di lui. E infatti sulla sua biografia su Twitter, al posto di comunicatore, giornalista o spin doctor, adesso ha scritto: “Politico”. Perché il ruolo del front runner può essere sfibrante ma quello del potere è un esercizio, diceva Andreotti, che logora solo chi non ce l’ha Precisa, smentendo le voci raccolte ieri, di non lavorare affatto per Michele Gubitosa. Che è il Vice di Conte nella nuova segreteria nazionale dei Cinque Stelle, sì, ma da Rocco è stato «visto sì e no tre volte». E se l’ombra di Conte ha visto il vice di Conte solo tre volte, ultimamente, un problema deve esserci.

Si è logorato il rapporto con Conte?
No, il rapporto tra noi è identico. Non è più quello di prima nel senso che eravamo a Palazzo Chigi ed ero il suo Portavoce, adesso ha un ruolo diverso, di portavoce (si corregge ndr) anzi di capo politico del Movimento. E io sono contrattualizzato come capo della comunicazione del M5S alla Camera e al Senato ed è lì che sono tutti i giorni.

Qual è il tuo incarico, formalmente?
Mi occupo del supporto alla comunicazione del M5S per quanto riguarda in particolare le apparizioni televisive. Ovviamente seguo da vicino anche il Presidente Giuseppe Conte, con il rapporto diretto e di fiducia di sempre. Come ai tempi di Palazzo Chigi il nostro confronto è costante e quotidiano.

Come nasce questa voce che ti vede con Gubitosa?
Non so, io l’ho smentita. Non ho mai preso un euro da Gubitosa. Ci ho parlato pochissime volte.

Va bene, dicono però che la settimana scorsa non eri con Conte durante la famosa riunione che ha dato vita alle esternazioni sulla Rai. E forse se ci fossi stato lo avresti consigliato diversamente.
Conte in questi giorni aveva riunioni politiche, riservate, alle quali io non prendo parte.

Ma dai. Sei stato l’ombra di Conte in tutte le occasioni più riservate di Governo, adesso ne stai fuori?
E invece quando faceva riunioni politiche io stavo fuori anche a Chigi, te lo assicuro.

La decisione sulla Rai l’hai presa tu o Conte? Come è nata?
Io non c’entro niente con l’idea di stare fuori dalla Rai. L’ha partorita lui insieme ai capigruppo delle commissioni di vigilanza Rai e delle altre commissioni. Eravamo a Palazzo Chigi, ha convocato i capigruppo di Camera e Senato, ha convocato Sabrina Ricciardi (capogruppo in Commissione di vigilanza Rai, ndr) e c’era anche De Nicola, vicepresidente. È una idea che hanno avuto insieme, presa collegialmente.

Glielo avresti potuto dire che forse non era una grande idea.
Mi interessa più che altro smentire che lavoro per Gubitosa, quello è importante.

Ultimamente giornali e agenzie ricevono tantissime dritte su Gubitosa. E circola una sua biografia agiografica. Una velina che neanche Togliatti ne ha mai avute, ai suoi tempi. E non c’è il tuo zampino?
Non l’hanno ricevuta da me. Io l’unica cosa che ho fatto – perché mi fu chiesto – è stato di dare informazioni sui cinque vice, e lì ho scritto una biografia di Gubitosa insieme a quelle degli altri. Avevo tutti i curricula, ho fatto il mio lavoro, basta.

L’Aventino sulla Rai rimane fantozziano, e infatti c’è il dietrofront. Azzolina, Spadafora, Di Maio hanno un libro fuori e Conte blocca le ospitate Rai quando c’erano già quattro inviti televisivi confermati per loro?
Non sta a me commentarlo. Preferisco da ora in poi lavorare riparato dai riflettori, non si può lavorare bene se si è costantemente buttati in mezzo. Poi così, con falsità come quella su Gubitosa…

Gubitosa è un astro nascente, una personalità importante. Non mi sembra offensivo collaborare con lui.
No, certo. Ma è falso. Sarebbe come dire che lavori per Berlusconi. Ci può stare ma non è vero.

Vorresti stare nell’ombra e non essere ‘messo in mezzo’ così spesso, ma hai avuto un ruolo centrale e presentato un’autobiografia politica un po’ ovunque. Anche se con un esito più o meno discreto, ventimila copie…
Ho venduto molto di più. Ed è andato molto meglio di molti altri libri politici. Parliamo però di un libro uscito otto mesi fa.

Rimasto sotto i riflettori e ancora in libreria. Comunque prendiamo atto: rimani vicino a Conte e a capo della comunicazione del Movimento.
Per i gruppi di Camera e Senato. Poi che il Movimento abbia un suo leader, che è Conte, è noto e chi fa la comunicazione per i Cinque Stelle la fa anche di Conte.

Anche. Non soprattutto.
Quello che non sopporto è di essere messo sempre in mezzo su tutto. Sulla Rai, su tutto, si evoca sempre Casalino. Quando non è vero che ci sono io dietro. La portavoce di Draghi, sai come si chiama?

Paola Ansuini, una collega bravissima.
Nessuno sapeva niente di lei, dove stava…

Stava in Banca d’Italia, è un profilo diverso. Tu sei un personaggio pubblico, nato con la tv. E ti occupi di governo dello spazio pubblico diversamente da altri. Ti ho visto cinque volte presentare il tuo libro in prima serata, di che ti lamenti?
Non può essere sempre tutto riferito a me. Perché devo sempre essere un’eccezione?

Perché hai fatto di tutto per diventare un personaggio pubblico.
Anche il portavoce di Mattarella ha presentato un suo libro. Perché non si parla di lui?

Giovanni Grasso ha scritto un romanzo sulla tragedia del nazismo, è un po’ diverso dal tuo caso.
Ho scritto quella mia autobiografia per difendermi. Perché avevo ricevuto così tanto fango da dover chiarire. Non per diventare un personaggio pubblico. Ma ogni volta si ricomincia, Renzi ed altri, a buttarmi fango addosso.

Nessun fango da parte nostra. Prendiamo atto di questa tua nuova fase. Diverse fonti 5 stelle ci dicono che non stai andando spesso alle riunioni a Camera e Senato.
Non è vero. Se lo dicono è per gettarmi fango. Capisci che qualcuno sta giocando su questa roba?

Veleni su di te, per prendere magari il tuo posto?
Non lo so, magari è così. Può essere. Sicuramente è fango. Perché io sono con Conte dalla mattina alla sera. Adesso sono con lui, vuoi che ti mandiamo un selfie, mentre parliamo?

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.